Taglio del nastro ufficiale per l’impianto di teleriscaldamento, alimentato con fonti rinnovabili, di Enomondo a Faenza. Cuore del sistema la centrale di cogenerazione della società, che produce energia termica ed elettrica da biomasse.
Biomasse costituite nel caso specifico dallo scarto della filiera vitivinicola, tra i quali anche le vinacce, del gruppo Caviro, e dagli sfalci e potature del verde pubblico. Fonti green dalla cui combustione viene generata:
- energia elettrica, che viene immessa in rete
- energia termica che viene distribuita attraverso la rete di teleriscaldamento.
Un progetto virtuoso frutto della partnership tra due importanti realtà emiliano-romagnole, la coperativa vitivinicola Caviro, tra le maggiori in Italia, e Herambiente, la società del gruppo Hera specializzata nei servizi ambientali. La prima mette a disposizione gli scarti delle sue attività, la seconda grandi quantitativi di sfalci e potature del territorio.
Potenzalità tutte da sfruttare
Solo una piccola parte dell’energia termica generata dalla centrale è destinato al funzionamento degli impianti interni allo stabilimento di Caviro Extra, che sorge nei pressi della centrale. La stragrande maggioranza va ad alimentare la rete di distribuzione del calore, che al momento si estende per 1,2 chilometri. Si sono allacciate alla rete già diverse utenze: si tratta di attività industriali, artigianali e diverse utenze domestiche.
Tutte le utenze sono state dotate di contatori di ultima generazione e le letture sono disponibili in un portale web in tempo reale. Una scelta che permette agli utenti di tenere sotto controllo i consumi. In questo modo la società può monitorare le sottostazioni, così da intervenire in tempi rapidi in caso di anomalie.
Una rete concepita per essere estesa ulteriormente nei prossimi anni. Tra le varie utenze, la più energivora è infatti la scuderia di Formula 1 Alpha Tauri. La fornitura in questo caso sfrutta 1,5 MWt termici dei 7,5 MWt totali di potenza dell’impianto, le cui potenzialità pertanto lascia aperte ampie prospettive di allacciamento.
Un primo passo
«Per noi questo è un primo passo. Stiamo collaudando un settore nuovo e di pubblica utilità, accumulando esperienza – ha infatti commentato Sergio Celotti, amministratore delegato di Enomondo -. Il futuro lascia presagire ampie possibilità, nel caso in cui ci fosse una volontà condivisa con l’ente pubblico di estendere la rete, che è stata predisposta proprio per essere ampliata. Le tubazioni hanno un costo importante, ammortizzabile solo nel lungo periodo. Ovviamente se in futuro riuscissimo a portare energia a edifici pubblici che hanno consumi elevati, come la piscina comunale o l’ospedale, i vantaggi sarebbero evidenti sotto ogni aspetto».