In primavera via ai lavori per il collettore mediano di Torino

Partiranno in primavera i lavori per realizzare a Torino il collettore mediano: un’infrastruttura fognaria dell’estensione di ben 14 chilometri a servizio del capoluogo piemontese e di 20 comuni metropolitani della zona sud.

Un’infrastruttura strategica di fronte ai cambiamenti climatici

Progettata da Risorse idriche, società di ingegneria del gruppo Smat, il gestore del ciclo idrico dell’area metropolitana di Torino, l’opera, per la cui realizzazione è stato previsto un investimento di 120 milioni di euro, è stata pensata per soddisfare tre principali esigenze. La prima è l’incremento della capacità idraulica del sistema di raccolta dei reflui, che attualmente non riesce a fronteggiare il significativo aumento delle portate miste, effetto delle forti precipitazioni legate ai cambiamenti climatici, aspetti che in futuro avranno un’incidenza sempre maggiore sulle infrastrutture idrauliche. Il secondo è garantire un alto livello di ridondanza del sistema per permettere la manutenzione straordinaria sul collettore esistente, in servizio continuo da 40 anni con portate elevate. Infine, contribuire al disinquinamento ambientale del territorio servito, grazie al suo grande volume di accumulo, superiore a 70.000 m3, che consentirà di smaltire un elevato sovraccarico idraulico generato dall’incremento delle acque miste e di prima pioggia e di rilasciarle successivamente verso l’impianto di depurazione di Castiglione Torinese nei periodi di portata minima. Insomma, «una grande infrastruttura strategica per gestire i problemi legati ai cambiamenti climatici e garantire la tutela ambientale, pensata per essere lasciata in eredità alle generazioni future», come ha dichiarato il presidente di Smat Paolo Romano, presentando l’opera al Padiglione dell’Acqua di Torino alla presenza della sindaca Chiara Appendino, del vicepresidente di Regione Piemonte, Fabio Carosso, della presidente dell’Ato 3 Torinese, Loredana Devietti Goggia, e del direttore generale di Arpa Piemonte, Angelo Robotto.

I lavori

Imponente nell’estensione, l’opera lo è altrettanto per i lavori necessari alla sua realizzazione e per la loro organizzazione, tutta finalizzata a garantire l’efficienza in cantiere e a ridurre al minimo l’impatto sulla circolazione viaria e i disagi per le attività commerciali. La galleria principale del collettore avrà infatti un diametro di interno di 3,2 m e sarà realizzata utilizzando la Tunnel boring machine (Tbm), con una fresa di perforazione dal diametro di 4,1 m. La talpa, contemporaneamente allo scavo, provvederà alla posa della struttura del tunnel, per il quale saranno utilizzati 23.000 conci. Questi arriveranno al pozzo di lancio, situato all’incrocio tra Strada dell’Arrivore e via Botticelli, in un’area cantiere di 13.000 m2, con un sistema di trasferimento automatizzato tramite vagoni su rotaia, lungo una galleria di oltre 9 km. Il volume di materiale interessato dagli scavi, che verrà inviato in discarica, sarà di circa 250.000 m3. I pozzi costruiti lungo il collettore avranno un diametro di 25 m e un’altezza di 20 m, pari a quella di una palazzina interrata di 4 o 5 piani. In un tratto del percorso, in corrispondenza del sottopasso del Lingotto, inoltre, si provvederà al relining dell’attraversamento ferroviario esistente per una lunghezza totale di 770 m.

Il collettore, che sarà completato in cinque anni di lavori, sarà dotato di un sistema di telegestione in tempo reale delle acque meteoriche raccolte dalle reti miste e delle acque di prima pioggia della città di Torino e di pulizia delle strade e dei cortili.

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