È in fase di collaudo l’impianto FORSU realizzato da Gruppo Iren nella frazione Gavassa di Reggio Emilia. Il nuovo impianto rappresenta un ulteriore importante tassello nel percorso di sostenibilità della multiutility e un ulteriore esempio virtuoso di economia circolare. È stato infatti progettato per trasformare la frazione organica dei rifiuti in biometano e compost. Il primo da immettere in rete e da utilizzare come combustibile per il settore domestico o l’autotrazione. Il secondo per fertilizzare i campi. In questo modo contribuirà sia a risolvere il problema dello smaltimento dei rifiuti sia a rendere più indipendente il Paese dall’estero sul fronte energetico.
9 milioni di metri cubi di biometano all’anno
Realizzato con un investimento di 54 milioni di euro, l’impianto darà un importante contributo su entrambi i fronti. Una volta a regime sarà infatti in grado di produrre circa 9 milioni di metri cubi di biometano all’anno, una quantità sufficiente a riscaldare 4.600 famiglie oppure alimentare 7.600 autovetture con percorrenza media di 15.000 chilometri l’anno. A questo si aggiungono 53.000 tonnellate di compost di qualità e 10.000 tonnellate di CO2 food grade per usi industriali.
Dai rifiuti al biometano
Il ciclo di funzionamento prevede che i rifiuti provenienti dalla raccolta dell’organico vengano conferiti in una fossa di stoccaggio all’interno del sito in attesa della lavorazione. Una volta triturati ed eliminati eventuali materiali estranei, i rifiuti vengono convogliati ai digestori. Al loro interno restano dai 21 ai 23 giorni, il tempo necessario per permettere che il processo anaerobico dia origine al biogas. Questo viene purificato tramite upgrading in biometano, gas in tutto analogo al metano di origine fossile, ma ottenuto in modo green.
La produzione di compost
Terminata la prima fase, il materiale in uscita dai digestori viene addizionato agli sfalci e alle potature del verde opportunamente sminuzzati. La miscela viene avviata nelle “biocelle” dove viene trasformata in compost attraverso un processo di ossidazione aerobica che dura circa 15 giorni. Il materiale viene poi avviato in un’area dedicata dove matura per circa 46 giorni e, dopo la raffinazione, il compost viene quindi stoccato in un’apposita sezione del sito.
Un sito a basso impatto
Sito che consiste in un parco di circa 17 Ha, molti dei quali in fase di piantumazione con oltre 600 alberi e 1500 arbusti. Al suo interno si trovano gli edifici, le superfici accessorie e un’area didattica in fase di costruzione. I lavori hanno richiesto l’opera in totale di 1000 tra operai e tecnici e nella sua realizzazione sono stati impiegati materiali riciclati, come polimeri derivanti dal recupero della plastica differenziata per la formulazione degli asfalti. La spinta green si è concretizzata anche nell’installazione di un impianto fotovoltaico da 500 kW di potenza, che permetterà la generazione di oltre 530.000 KWh di elettricità all’anno.
Una soluzione che guarda al futuro
«Le vicende che stiamo vivendo a livello geopolitico hanno messo sotto gli occhi di tutti la necessità di rendere il nostro Paese indipendente nell’approvvigionamento di gas e di energia – ha commentato l’amministratore delegato di Iren Ambiente Eugenio Bertolini -. Tale scenario ci conferma che la strada intrapresa con la costruzione di quest’impianto che genera biometano dai rifiuti organici è stata una scelta lungimirante. Lo sviluppo di impianti di questo tipo ci aiuterà a risolvere sia il problema dello smaltimento della frazione organica dei rifiuti, ed anche contribuirà a diminuire la dipendenza dell’Italia dal gas russo».