La crescente pressione generata dall’attività umana e le conseguenze dei cambiamenti climatici incidono profondamente sulle riserve di acqua dolce. Secondo il Water Explotation Index (WEI) dell’AEA (Agenzia Europea dell’Ambiente), che indica il rapporto tra la quantità di acqua utilizzata e il totale delle risorse di acqua dolce disponibile, i paesi del Mediterraneo fanno registrare un quadro di moderata e, in alcuni casi, anche di forte pressione.
Una soluzione in grado di ridurre la pressione delle riserve di acqua dolce è data dal riuso della acqua reflue opportunatamente trattate.
Si tratta di una soluzione che si affianca alla tradizionale modalità di prelievo dai corpi idrici e in linea con i principi dell’economia circolare.
Il riutilizzo delle acque trattate:
- limita la pressione dei prelievi sulla risorsa superficiale e sotterranea;
- garantisce una fornitura continuativa anche nei mesi di maggior siccità poiché non legata alle condizioni climatiche
- apporta benefici alle proprietà fisiche dei suoli propagando una corretta dose di nutrienti (soprattutto azoto, fosforo e potassio).
Il 13 maggio 2020 il Parlamento e il Consiglio Europeo hanno adottato un Regolamento in cui sono indicate le prescrizioni minime per il riuso dell’acqua a fini irrigui in agricoltura, che verrà applicato a decorrere dal 26 giugno 2023. Il Regolamento è stato introdotto per promuovere il riutilizzo delle acque depurate, tutelando la sicurezza delle acque trattate, dell’ambiente e della salute umana e animale.
In attesa che il Regolamento Europeo entri in vigore, l’Italia è chiamata ad adottare la normativa nazionale, ovvero il decreto ministeriale n. 185 del 12 giugno 2003, che stabilisce le norme tecniche per il riuso delle acque reflue domestiche, urbane e industriali.
All’interno di questo scenario, trova spazio l’intervento di recupero delle acque affinate in uscita dal depuratore consortile di Acquedotto Pugliese (AQP) e pompaggio alle reti irrigue esistenti dei comuni di Pulsano e Leporano (TA).
Qui sono stati utilizzati 2.014 metri di FITT Bluforce DN315 PN 16 e 96 metri di FITT Bluforce DN200 PN16.
La lega polimerica PVC-A, materiale con cui sono realizzate le tubazioni FITT Bluforce, è stata proposta come variante migliorativa a quelle in polietilene PE100 RC previste nel progetto originario a base di gara.
Le tubazioni FITT Bluforce sono state preferite sia per criteri prestazionali che sostenibili.
Questa tipologia di tubo, infatti, migliora la sezione idraulica della nuova condotta. Grazie al sistema di giunzione a bicchiere con guarnizione preinserita meccanicamente a caldo durante la formazione del bicchiere, garantisce una perfetta tenuta idraulica nel tempo.
Inoltre, il sistema FITT Bluforce, il primo in PVC-A, in Europa, a vantare una dichiarazione ambientale di prodotto EPD certificata da SGS, secondo gli standard ISO 14025 e EN 15804. È in grado di ridurre i tempi di posa e, di conseguenza, gli impatti ambientali e sociali dovuti all’area di cantiere.
Il nuovo impianto convoglierà oltre 5.000 mc/giorno di acqua depurata al collettore di progetto a cui si connettono le attuali reti irrigue. Garantirà inoltre la quantità d’acqua necessaria anche nei mesi con maggior siccità, quelli in cui la richiesta di acqua aumenta.
L’utilizzo delle acque reflue trattate è una risposta sostenibile ed efficace per ridurre lo stress idrico a cui alcuni territori sono esposti, soprattutto nel periodo estivo.
L’area della piana di Pulsano, infatti, è destinata prevalentemente alla viticoltura e all’olivicoltura e rientra nel territorio del Primitivo di Manduria DOC.
I benefici del riutilizzo delle acque reflue si riflettono quindi sui tre livelli di sostenibilità: quello ambientale, quello sociale e quello economico.