26/10/2016
Servizi a Rete

Il pieno dell’auto con l’acqua?

Gruppo CAP sperimenta il metano prodotto dai reflui fognari. Il primo distributore di biometano
a km 0  presentato in LifeGate con il supporto scientifico del CNR

Sta per nascere a Milano il primo distributore italiano di metano a km 0, dal quale sarà presto possibile fare rifornimento con il gas prodotto dai reflui fognari della città metropolitana. Fare il pieno con l’acqua non è dunque più un sogno grazie agli sforzi di innovazione di Gruppo CAP, illustrati il 29 settembre durante la presentazione del Bilancio di Sostenibilità e del Bilancio ambientale dell’utility milanese. Un’autovettura a metano, grazie alla collaborazione tecnologica di FCA (Fiat Chrysler Automobiles), è stata alimentata con il carburante prodotto dai reflui fognari trattati nel depuratore di Niguarda-Bresso.

Gruppo CAP, l’azienda che gestisce acquedotto, fognatura e depurazione nella Città metropolitana di Milano, ha infatti spinto l’acceleratore sull’economia circolare e sta trasformando i principali dei suoi circa 60 depuratori in bioraffinerie in grado di produrre ricchezza dalle acque di scarto. Biometano, fertilizzanti, energia elettrica sono già realtà e presto sarà possibile estrarre nutrienti come fosforo e azoto. Presso il depuratore di Cassano D’Adda è stata avviata una produzione sperimentale di fertilizzante, mentre dal sito di Bresso le acque convogliate al depuratore permetteranno appunto di far viaggiare centinaia di automobili.

In base agli studi dei tecnici CAP, si stima infatti che il solo depuratore di Bresso potrebbe arrivare a sviluppare una produzione annua di biometano di 341.640 kg, sufficienti ad alimentare 416 veicoli per 20mila km all’anno: 8.320.000 km percorribili complessivi, equivalenti a oltre 200 volte la circonferenza della Terra. Significativi anche i risparmi grazie al costo di produzione di 0,58 €/kg, sensibilmente inferiore ai circa
0,9 €/kg a cui il metano è oggi acquistabile sul mercato. Grazie a questo immenso potenziale energetico, disponibile ma attualmente non sfruttato, il depuratore di Niguarda-Bresso potrebbe comodamente alimentare da solo l’intero parco auto aziendale CAP, permettendo di conseguire al contempo un importante contenimento dei costi oggi sostenuti per l’acquisto di carburante.

Puntare sulla sostenibilità per una grande azienda pubblica come CAP significa prima di tutto innovare, sperimentare e progettare il futuro delle nostre città. Un futuro in cui l’acqua e l’energia saranno sempre più preziose – racconta Alessandro Russo, presidente di Gruppo CAP –. Trasformare i depuratori in bioraffinerie in cui dall’acqua sporca nascono nuovi prodotti, riaprire i canali e le rogge costruiti nel Medioevo per ridurre l’impatto delle bombe d’acqua, mettere in campo le tecnologie più avveniristiche per il controllo dell’acqua potabile e della falda, sono tutte tessere del mosaico di sostenibilità che CAP sta componendo con la grande collaborazione delle istituzioni e degli stakeholder”.

Enea, Fondazione Triulza, Kyoto Club, FCA, Agenzia Contrasto sono stati i protagonisti insieme a numerosi stakeholder del dialogo su Acqua e Metropoli che Gruppo CAP ha lanciato insieme a LifeGate, per raccontare il bilancio di sostenibilità e il bilancio ambientale 2015, quest’ultimo una novità che ha pochissimi esempi in Italia.

Siamo lieti di ospitare questa iniziativa di Gruppo CAP – ha detto Enea Roveda CEO di LifeGate – e promuovere questa partnership tecnologica che rappresenta una concreta traduzione dei principi dell’economia circolare e della mobilità sostenibile a tutto vantaggio delle persone, valori da sempre sostenuti attivamente da LifeGate”.

Il premio Top Utility sulla sostenibilità più che un traguardo è stato per noi un trampolino di lancio per fare ancora meglio – spiega Michele Falcone, Direttore Generale di CAP -. Abbiamo lanciato CAP21, una cornice che racchiude i grandi progetti di sostenibilità, e i numeri della nostra rendicontazione parlano chiaro. In campo ci sono più di 455 milioni di euro in investimenti che spaziano dall’efficientamento dei depuratori, al potenziamento di acquedotti e reti fognarie, con risparmi ambientali significativi e risultati importanti in termini di tutela della qualità dell’acqua, difesa della biodiversità e riduzione della CO2 immessa in atmosfera.”

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