Il Commissario, che verrà nominato nei prossimi giorni e resterà in carica fino a fine anno, con possibilità proroga per l’intero 2024, gestirà le seguenti attività:
- l’istituzione di un regime semplificato per le procedure di progettazione delle infrastrutture idriche che rinvia al modello del PNRR;
- l’aumento dei volumi utili degli invasi;
- l’eventuale realizzazione di vasche di raccolta di acque meteoriche per l’agricoltura;
- la promozione delle procedure di riutilizzo delle acque reflue depurate per uso irriguo;
- l’introduzione di semplificazioni per la realizzazione di impianti di desalinizzazione.
Avrà inoltre la responsabilità di coordinare le iniziative delle regioni in materia di politiche di razionalizzazione del consumo di acqua e dovrà occuparsi della valutazione dei progetti di pulizia e manutenzione degli invasi e dei bacini per la conservazione dell’acqua. Potrà contare su una struttura che includerà fino a 25 collaboratori.
La cabina di regia sarà incardinata alla Presidenza del Consiglio e presieduta dalla premier o, su sua delega, dal ministro delle Infrastrutture. Saranno presenti all’interno anche i ministri dell’Ambiente, del PNRR, dell’Agricoltura, della Protezione civile, degli Affari regionali e dell’Economia e il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio con delega agli investimenti pubblici. Il suo primo compito sarà quello di effettuare, entro 30 giorni, una ricognizione delle opere urgenti e di quelle da affidare al Commissario straordinario.
Durante la stessa riunione, il Cdm ha approvato anche un decreto-legge per il «rafforzamento della capacità amministrativa» delle PA, che autorizzerà tremila nuove assunzioni all’interno degli enti, due terzi tra le forze dell’ordine e un terzo nei ministeri, per lo svolgimento di attività legate al PNRR.