21/10/2015
Servizi a Rete

Il Convegno di MM e ATO Milano


La Regolazione locale del SII della Città di Milano verso la Città Metropolitana: Sfide future

La Città di Milano è città d’acqua da secoli, fin dall’inizio della sua fondazione, (Battistero di S. Giovanni alle Fonti, Navigli, Darsena, Acquedotto e rete fognaria ottocenteschi…) ed è nostra convinzione che l’impegno sottoscritto da chi giornalmente porta l’acqua nelle case dei Cittadini e di chi controlla che ciò venga svolto nel migliore dei modi possa essere un punto di riferimento ed una preziosa banca dati di conoscenze e know-how a livello italiano, europeo e mondiale.

Le infrastrutture del SII della Città di Milano e la gestione delle stesse si rifanno a peculiari schemi ingegneristici e gestionali, specifici di un grande centro urbano densamente antropizzato. È per questo che abbiamo voluto portare a Milano le esperienze di altre grandi Città europee e non, a testimonianza di contesti normativi, territoriali e gestionali anche molto diversi tra loro, che nel contempo offrono spunti interessanti per affrontare le sfide future a cui la Metropoli milanese sarà chiamata.

Le funzioni di regolazione locale (pianificazione degli investimenti, monitoraggio della Convenzione di affidamento e definizione della tariffa del servizio) si sono negli anni evolute.

Se dai primi anni 2000, in attuazione della Legge Galli, la regolazione dei servizi, organizzati aziendalmente in superamento della preesistente storica gestione in economia, era affidata pressochè totalmente a regolatori locali (le Autorità d’Ambito Territoriale Ottimale), con l’attribuzione all’Autorità nazionale (AEEGSI) delle Funzioni di regolazione di primo livello, gli Uffici d’Ambito hanno acquisito funzioni di regolazione locale, di secondo livello, ovvero d’interfaccia tra la gestione operativa del Servizio, in stretto rapporto con gli Enti Locali e l’Autorità nazionale.

Le recenti ulteriori modifiche alla L.152/06 hanno portato nuove competenze e la ridenominazione degli ATO in Enti di Governo d’Ambito (EGATO), costituiti sotto forma di soggetti partecipati obbligatoriamente dagli Enti Locali (Comuni). In Regione Lombardia le funzioni di EGATO vengono esercitate, per Legge Regionale, da Enti intermedi di Area Vasta (Provincie e Città Metropolitana) tramite le proprie Aziende Speciali.

La normativa è ancora in fase di evoluzione e con l’ingresso del Comune di Milano nella Conferenza dei Comuni dell’Ambito Metropolitano, dal 2016 l’Ufficio d’Ambito della Città Metropolitana eserciterà le funzioni di regolazione anche sul territorio della Città di Milano.

Questa è una delle sfide che verranno affrontate: esercitare le funzioni di regolazione su Gestioni diverse e storicamente separate, in atto su territori aventi in parte peculiarità e criticità diverse, che hanno prodotto differenze sin dall’origine, tanto nella progettazione e realizzazione delle Infrastrutture, quanto nella gestione dei servizi.

Pensiamo alle reti acque reflue a maglie chiuse interconnesse della Città di Milano, costruite nella seconda metà dell’800 con condotte di grande diametro che hanno anticipato di 150 anni i megapipes, rispetto alle reti ad albero sviluppate lungo l’asse della condotta principale in uso in gran parte dell’hinterland, oppure alle coalescenze di campi pozzi multifalda raggruppati nell’intorno delle centrali di sollevamento della la ittà di Milano, costruite a cavallo tra la fine dell’800 ed il ‘900, rispetto ai singoli pozzi cluster multicolonna in uso per i centri urbani minori, o anche ai grandi depuratori di Milano, più efficienti rispetto ai piccoli impianti, ed in grado di sostenere portate in ingresso e carichi inquinanti di rilievo e, soprattutto, in grado di rilasciare acque depurate destinabili direttamente agli usi irrigui. Quindi reti diverse e differenti modelli gestionali, adattati alle specifiche peculiarità del territorio ed alla diversa densità di urbanizzazione.

Chi avrà il compito di avviare le attività di regolazione dell’ATO Metropolitana anche sul territorio di Milano, dovrà saper mediare tra le parziali differenze degli elementi tecnici e gestionali, da affrontare mediante l’utilizzo di molteplici e differenziate strategie economico finanziarie da utilizzare in sede di Pianificazione degli interventi, anche al fine di gestire le evidenti disomogeneità tariffarie attualmente in essere, il tutto nell’ottica di una gestione integrata, sia dal punto di vista industriale che della Governance Politica, senza considerare in subordine la corretta pianificazione ed attuazione di valide Politiche gestionali, di salvaguardia e tutela della risorse idriche sia sotterranee ma anche superficiali, strettamente collegate quali-quantitativamente nel ciclo delle acque e ahimè sempre più soggetta ad eventi critici inerenti il rischio idraulico.

 

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