Condurre attività di ricerca sull’intera catena del valore dell’idrogeno, rendendone sostenibile l’economia, migliorando le tecnologie esistenti ed esplorando quelle nuove, con un approccio multidisciplinare e contribuendo alla formazione di nuove figure professionali: sono questi gli obiettivi del Piano operativo di ricerca (POR) sull’idrogeno, un progetto finanziato con 110 milioni di euro nell’ambito dell’accordo di programma tra MASE ed ENEA, che in veste di soggetto realizzatore ha ottenuto un finanziamento di 75 milioni di euro, con il supporto di Cnr e RSE, a cui sono stati assegnati rispettivamente 20 e 15 milioni di euro, in qualità di soggetti co-realizzatori.
Il primo evento nazionale del POR
Organizzato da ENEA, in collaborazione con RSE e Cnr, il convegno si è svolto a Roma alla Pontificia Università Antonianum e ha visto la partecipazione di 220 ricercatori provenienti da tutta Italia. A due anni dall’avvio del progetto, ha radunato rappresentanti di istituzioni, ricerca pubblica, università e industria. Sono intervenuti tra gli altri Stefania Crotta, direttrice della Direzione generale Programmi e incentivi finanziari (PIF) del MASE, Giulia Monteleone, direttrice del Dipartimento Tecnologie energetiche e fonti rinnovabili dell’ENEA, Viviana Cigolotti, responsabile della Divisione Tecnologie e vettori per la decarbonizzazione dell’ENEA, Lidia Armelao, direttrice del Dipartimento di Scienze chimiche e tecnologie dei materiali del Cnr, e Franco Cotana, AD di RSE.
I temi di confronto
Durante la giornata è stata sottolineata l’importanza della collaborazione tra ricerca e accademia, anche nell’ottica di rafforzare il rapporto pubblico-privato, mettendo a sistema la domanda di innovazione tecnologica che proviene dal mondo industriale e la capacità di risposta di alta qualificazione in termini di innovazione da parte della ricerca e dell’università. Lo scopo è quello di favorire la creazione di una rete nazionale di competenze multi-interdisciplinari, laboratori e infrastrutture lungo l’intera catena tecnologica e del valore dell’idrogeno, nonché di rafforzare il trasferimento tecnologico dei risultati e dei prodotti della ricerca alle filiere industriali di settore e di indotto.
“Il percorso di sviluppo del vettore idrogeno è avviato e non si tornerà indietro. – ha affermato il direttore generale ENEA Giorgio Graditi – La strada da percorrere è lunga, ma il sistema Paese sta dimostrando di avere tutte le competenze necessarie a livello di ricerca, innovazione e industria per favorire la penetrazione dell’idrogeno nel mix energetico. L’idrogeno potrà avere una prospettiva di breve periodo per alcune applicazioni specifiche (industria hard to abate), di medio periodo (trasporto pesante) e di più lungo periodo (residenziale)”.