Hera: investimenti nell’idrico sopra la media nazionale

Un servizio sempre più efficiente e resiliente per fronteggiare i rischi derivanti dal cambiamento climatico. È con questo obiettivo che Hera continua a investire nel sistema idrico. E molto. Come emerge da In buone acque, report di sostenibilità, pubblicato nei giorni scorsi dalla multiutility, gli investimenti nel ciclo idrico nel solo 2018 hanno raggiunto i 158 milioni di euro, una cifra superiore del 20% alla media nazionale.

Tali risorse sono state destinate per il 52% alle reti acquedottistiche, per il 31% alle reti fognarie e per il 17% alla depurazione. In crescita rispetto all’anno precedente, tali investimenti raggiungono i 178 milioni di euro se si includono i lavori finanziati da terzi e quelli realizzati o finanziati da Romagna Acque. In ogni caso consolidano un trend di lungo corso, che dal 2002 a oggi ha evidenziato un impegno non inferiore, in media, ai 100 milioni di euro l’anno.

Risorse indispensabili per sostenere i continui interventi che l’elevato grado di infrastrutturazione del servizio idrico integrato richiede. Ma queste risorse sono funzionali anche a dare vita a progetti di grande respiro, che mettano i territori serviti nelle condizioni di reggere, anche nel prossimo futuro, gli effetti dei cambiamenti climatici che stanno sottoponendo le reti e gli impianti a stress sempre più forti. Tra questi vi è l’articolato piano di interventi che compone il Piano di salvaguardia della balneazione di Rimini, che con oltre 160 milioni di euro di investimenti è la più grande opera di risanamento fognario mai realizzata in Italia. Una vera e propria risposta sistemica ai cambiamenti climatici, che aiuta il sistema costiero nella protezione dei propri equilibri ambientali, attraverso infrastrutture in grado di rispondere a fenomeni estremi che altrimenti potrebbero compromettere la sicurezza degli abitati e le prospettive economiche di un territorio dalla forte vocazione turistica. Nella stessa prospettiva si colloca l’adeguamento del depuratore di Servola a Trieste, una struttura tecnologicamente all’avanguardia capace di “dialogare con il mare” per modulare l’abbattimento delle sostanze organiche rilasciate nell’Adriatico sulla base delle mutevoli esigenze dell’ecosistema marino. Una soluzione che conferma l’orientamento verso un’economia circolare e rigenerativa della multiutility anche nel settore idrico. Orientamento che comprende anche l’impegno verso la decarbonizzazione delle proprie attività con l’utilizzo di sola energia rinnovabile e di progetti di efficientamento energetico e di ottimizzazione dei processi di depurazione. Come effetto di tutto ciò, entro il 2022 Hera si propone di ridurre del 10% i propri consumi di acqua, una misura pari a 134 mila metri cubi. Significativo, in questo contesto, il riuso delle acque in uscita dal depuratore di Bologna, circa 500.000 metri cubi, cui faranno seguito analoghi interventi a Modena e Forlì-Cesena. La multiutility ha anche avviato le attività di water management, per individuare interventi di risparmio idrico all’interno e all’esterno dell’azienda, e ha adottato un nuovo diario dei consumi idrici, che consenta a tutti di monitorare nel tempo i propri consumi di acqua confrontandoli con quelli di clienti simili e di clienti virtuosi. Ha infine collaborato con la Fondazione Ellen MacArthur alla redazione del Water White Paper, un documento programmatico sulla circolarità dell’utilizzo della risorsa idrica.

Il report fornisce anche dati sulla qualità dell’acqua gestita e distribuita alle utenze, che viene controllata da quasi 3000 analisi al giorno e risulta conforme alla legge nel 99,9% dei casi.

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