Sorgerà a Modena uno dei più innovativi impianti per il riciclo delle plastiche rigide. Autore del progetto è Gruppo Hera che ha dato il via alla costruzione dello stabilimento con un investimento circa 50 milioni di euro, 7,7 dei quali finanziati con fondi del PNRR. L’impianto sarà pronto per la fine del 2025 e permetterà di ottenere polimeri riciclati di alta qualità e dalle caratteristiche comparabili a quelle dei materiali vergini, ottenuti da fonte fossile.
Un progetto che la multiutility ha sviluppato avvalendosi delle competenze ingegneristiche e tecnologiche di NextChem, società controllata dal gruppo Maire per le soluzioni tecnologiche sostenibili
Polimeri riciclati ad alta purezza
Una volta in funzione l’impianto sarà in grado di produrre fino a 30.000 tonnellate di polimeri a partire da rifiuti plastici rigidi, tra i più difficili da riciclare, provenienti in modo particolare da settori come l’elettronica di consumo e l’automotive.
Oltre alla quantità, a contraddistinguere la produzione dello stabilimento sarà la qualità dei polimeri. Questi, infatti, anche se riciclati avranno un’elevata purezza che ne permetterà l’impiego anche negli stessi comparti di origine con prestazioni analoghe a quelle garantite da materiali vergini.
Il metodo upcycling
La tecnica di riciclo utilizzata da Aliplast, la società del Gruppo specializzata nella raccolta e rigenerazione della plastica sarà l’upcycling. Metodo che consiste in un processo di rigenerazione che eleva la qualità del polimero di partenza, raggiungendo così caratteristiche qualitative di alto livello. In questo modo, le plastiche in uscita dall’impianto potranno far fronte ad esigenze finora soddisfatte quasi esclusivamente da materie prime vergini. Notevole il contributo sul fronte della sostenibilità che i polimeri riciclati potranno garantire anche a settori che hanno significativi impatti ambientali. Tanto per avere un’idea, basti pensare che la quantità di plastica riciclata in un anno dall’impianto permetterà di evitare l’emissione di circa 30 mila tonnellate equivalenti di CO2.
Il polo impiantistico di Modena
Lo stabilimento sorgerà all’interno del polo impiantistico modenese della multiutility dove già coesistono il termovalorizzatore e l’impianto di depurazione delle acque reflue, sempre gestiti da Hera. Una collocazione che permetterà di sfruttare potenzialità di diverse linee di business, incrementando la valenza ambientale dell’impianto. Sarà infatti alimentato con l’energia elettrica prodotta dal termovalorizzatore, mentre il processo produttivo utilizzerà l’acqua in uscita dal depuratore, per poi reimmetterla nello stesso, chiudendo così un circolo virtuoso.
Un processo a chilometro zero
L’impianto di riciclo delle plastiche rigide garantirà, infine, alti standard di sicurezza e innovazione, con l’automazione e un’elevata digitalizzazione dei processi, consentendo anche di massimizzare l’efficienza energetica.
Anche la plastica trattata sarà a chilometri zero. Il materiale lavorato verrà selezionato prevalentemente tra i rifiuti che il Gruppo già tratta nelle proprie linee di selezione e recupero attraverso Herambiente, oppure coinvolgendo il tessuto produttivo locale.
L’impegno nell’economia circolare
La costruzione del nuovo impianto si inserisce nel percorso intrapreso da tempo da Gruppo Hera per favorire l’economia circolare e la decarbonizzazione. Percorso che trova ulteriore spinta nel piano industriale 2023-2027, che prevede investimenti per 1,7 miliardi di euro, il 39% del totale (4,4 miliardi), in progetti dedicati all’economia circolare e alla rigenerazione delle risorse.
Inoltre, grazie anche allo sviluppo di nuovi impianti all’avanguardia, la multiutility mira a consolidare il posizionamento nell’area ambiente, settore dove la controllata Aliplast, già tra le principali realtà nel riciclo dei polimeri PET e LDPE, punta ad avere un ruolo chiave anche sul riciclo delle plastiche rigide.