Le best practice di Gruppo CAP al centro dei temi della terza edizione della Resource Recovery Conference, la manifestazione co-organizzata dall’International Water Association e, tra gli altri, dalla Commissione Europea (EASME). L’IWA è il più autorevole organismo internazionale nel settore idrico, che nei giorni passati ha riunito a Venezia i più importanti player mondiali da ben 43 Paesi per confrontarsi su recupero e riuso sostenibile delle risorse provenienti dalle acque reflue, con un focus specifico sulle più lungimiranti e innovative strategie territoriali che richiedono l’applicazione di tecnologie avanzate e di sinergie industriali e intersettoriali.
Invitato direttamente dal comitato organizzatore in qualità di “azienda chiave”, il gestore del servizio idrico integrato della Città metropolitana di Milano ha presentato a un pubblico composto da più di un centinaio di realtà leader nel settore sul piano europeo e mondiale, le attività relative all’implementazione del proprio Master Plan per l’Economia Circolare, evidenziando i primi risultati ottenuti (biometano, recupero sabbie, recupero zolfo, calore per teleriscaldamento etc), i progetti in corso (con particolar riferimento alla biopiattaforma di Sesto) e le attività di innovazione europee, tra cui è importante citare il progetto Horizon2020 “Digital Water City (DWC) – leading urban water management to its digital future” avviata lo scorso giugno sul territorio dell’hinterland milanese.
“Gruppo CAP è una grande realtà industriale che ha al suo attivo 40 depuratori che ogni anno producono 80 mila tonnellate di fanghi residui dal ciclo idrico, spiega Andrea Lanuzza, direttore tecnico di Gruppo CAP, intervenuto alla conferenza di Venezia. L’approccio dell’azienda verso lo sviluppo sostenibile del territorio in una logica legata all’economia circolare si è concretizzato in un investimento di 50 milioni di euro per l’implementazione di soluzioni eco-innovative dal punto di vista energetico. Lo scopo è quello di trasformare gli impianti in bioraffinerie urbane, in modo da valorizzare i flussi di rifiuti, come le acque reflue e i residui organici, riutilizzandoli in modo da minimizzare l’impatto ambientale e ricavandone nuove risorse, come biometano, calore, nutrienti quali fosforo e azoto, compost, bioplastiche e fertilizzanti naturali”.
Il DWC, coordinato dal Centro di Competenza sulle Acque di Berlino (KWB), raggruppa 24 partner provenienti da 10 paesi europei, tra cui Gruppo CAP insieme all’Università Politecnica delle Marche, all’Università Statale di Milano e all’Istituto Superiore di Sanità, per sviluppare attività sperimentali in 5 città metropolitane Europee: Parigi, Berlino, Copenaghen, Milano e Sofia.
Finanziato dalla Commissione europea per 5 milioni di euro nell’ambito della Call Horizon 2020 “Digital solutions for water” e guidato in Italia dal professor Francesco Fatone dell’Università Politecnica delle Marche, il DWC ha il fine di potenziare, mediante un uso innovativo e intelligente di dati e tecnologie digitali, la gestione integrata dei sistemi idrici in cinque grandi aree urbane europee, in partnership con le corrispettive utilities e decine di stakeholders.
Per quanto riguarda Milano, l’epicentro della ricerca è la sede del depuratore di Peschiera Borromeo di Gruppo CAP, dove si stanno studiando e validando sul campo soluzioni digitali e tecnologiche per valutare e minimizzare il rischio nel riuso irriguo delle acque reflue trattate, in ottica di sanitation safety plan. Le soluzioni 4.0 del progetto permetteranno il monitoraggio continuo e il controllo costante della qualità delle acque trattate, nonché la possibilità di valutare in tempo reale e agire per promuovere la sostenibilità energetica e ambientale degli impianti di depurazione in ottica di economia circolare.
Presso l’impianto di Peschiera Borromeo è stata implementata una rete completa di sensori multi-parametrici per monitorare e minimizzare il rischio di contaminazione nel riutilizzo dell’acqua. Le informazioni acquisite in tempo reale saranno utilizzate per creare un sistema di allerta precoce. Il WebGIS “Acque di Lombardia”, il sistema digitale che raccoglie i dati della rete idrica di Water Alliance, il network di otto aziende idriche lombarde che gestisce un bacino di circa 6 milioni di persone, integrerà al suo interno i dati disponibili e i segnali di allarme rapido.
Nell’ambito del Master Plan di Gruppo CAP, oltre al DWC, vi sono altre iniziative già avviate. Tra queste c’è l’ambiziosa evoluzione di SMART-Plant, che Gruppo CAP sta sviluppando in collaborazione con l’Università Politecnica delle Marche, Università di Verona, il Politecnico di Milano, l’Università Bicocca e il CNR, e che mira a creare un polo di ricerca e innovazione proprio nella nuova sede di Sesto San Giovanni dove, con la BioPiattaforma, ambizioso progetto di simbiosi industriale capace di unire un termovalorizzatore e un depuratore in ottica di economia circolare.