04/07/2019
Servizi a Rete

Gruppo CAP presenta il suo primo piano di sostenibilità

Un piano che fin dalle premesse vuole essere tanto concreto quanto ambizioso. In primo luogo, ponendosi un orizzonte di lungo periodo, e ponendo il traguardo al 2033 per poter immaginare l’evoluzione degli scenari futuri e anticipare l’impatto dei principali trend sociali, ambientali ed economici sulla vita dei cittadini.  “Il piano di sostenibilità di Gruppo CAP nasce dall’esigenza di comprendere come fare industria idrica in un contesto mutevole, in cui il rischio globale diviene l’orizzonte fondamentale del pianeta, spiega Alessandro Russo, presidente e amministratore delegato di Gruppo CAP.

La strategia di sostenibilità di Gruppo CAP rappresenta il completamento di un percorso di ridefinizione del modello di business avviato con lo sviluppo del Piano Industriale 2018-2022, sul modello di esempi internazionali come quelli sviluppati da Thames Water a Londra e Eau de Paris a Parigi. Tramite l’analisi degli scenari di riferimento e i principali trend in relazione ai temi chiave per l’azienda, la monoutlity pubblica ha scelto di sviluppare il suo piano di sostenibilità attorno a 3 direttrici prioritarie, ovvero Sensibili, Resilienti e Innovatori. Sensibili ai bisogni delle persone, per aumentare il benessere e la fiducia di comunità sempre più consapevoli ed esigenti; Resilienti negli asset, nella governance e nella gestione per proteggere un bene essenziale per la vita; Innovatori nel mercato, anticipando le regole e alimentando la nostra capacità di fare rete. “Il piano di sostenibilità, prosegue Russo, è l’espressione del nostro impegno verso una crescita sempre più sostenibile e responsabile, che coinvolge i territori e la società in cui operiamo”.

Consumare meno, consumare meglio è una delle sfide di sostenibilità che l’azienda pubblica intende affrontare da qui al 2033. Con un consumo medio per abitante di 241 litri al giorno (per gli utenti CAP il valore è di 199 litri), l’Italia si conferma al primo posto in Europa per consumo pro-capite di acqua a fronte dei 180-190 litri utilizzati quotidianamente da un cittadino del Nord Europa. L’obiettivo di CAP è tagliare gli sprechi di acqua potabile, stimati in 20 milioni di metri cubi, incentivando allo stesso tempo l’utilizzo di acqua depurata per usi non domestici (irrigazione, pulizie), passando dai 750 mila metri cubi attuali fino ad arrivare a 6 milioni di metri cubi al 2033. Parallelamente, la lotta agli sprechi si basa sulla riduzione delle perdite idriche che prevedono l’efficientamento della rete e degli impianti e l’installazione degli smart meter. Entro il 2033 CAP ne prevede l’introduzione in 1 famiglia su 2, per poi raggiungere nel lungo periodo l’obiettivo di un contatore per famiglia. Tema prioritario resta l’attività di sensibilizzazione della cittadinanza sul valore del consumo dell’acqua di rete. Qui l’azienda vuole triplicare il numero degli utenti che utilizzano acqua del rubinetto. Come? Puntando sulla qualità e la sicurezza dell’acqua. Prima azienda in Italia ad aver adottato il Water Safety Plan (WSP), Gruppo CAP nel 2018 ha esteso il Piano per la sicurezza dell’Acqua a 7 nuovi sistemi acquedottistici (SAC) della Città metropolitana di Milano, con la prospettiva di implementarlo entro il 2022 in tutti i 134 Comuni serviti.

Secondo il National Footprint Accounts, la domanda sempre più elevata di risorse naturali porterà entro il 2050 a consumare ogni anno il doppio delle risorse che il pianeta è in grado di produrre. Il concetto di economia circolare che vede i prodotti come le risorse di domani, mira a invertire questa tendenza. Per Gruppo CAP, l’adozione di un sistema sempre più circolare è essenziale per il ciclo idrico integrato dell’acqua. È questo l’ambito in cui CAP mira a definire la sua governance per minimizzare l’impatto ambientale in termini di emissioni e consumo di risorse. Il piano mira a recuperare dalle attività produttive la maggior quantità possibile di energia e materia, per arrivare a ridurre entro il 2033 l’impatto di CO2 del 40% e il volume dei fanghi (gli scarti prodotti dalla depurazione dell’acqua) dell’87%. Ed è proprio sul fronte dei fanghi di scarto che si gioca una delle più importanti sfide in ottica di economia circolare. Biometano e fertilizzanti e altri sottoprodotti ad alto valore aggiunto per il settore dei chemicals, come fosforo e azoto, sono le nuove risorse nate dal processo di riconversione circolare. Nel piano l’azienda illustra infatti come le stime relative alla crescita della popolazione mondiale (9,8 miliardi entro il 2050) pubblicate dalle Nazioni Unite, insieme alla rapida crescita economica dei Paesi in via di sviluppo, produrrà come conseguenza un aumento della domanda di risorse naturali. Il National Footprint Accounts ha stimato che nel 2018 l’Earth Overshoot Day, cioè il giorno in cui la terra è andata in debito di risorse naturali, sia stato superato il primo di agosto. Continuando con i trend attuali, entro il 2050 l’umanità consumerà ogni anno il doppio delle risorse che il Pianeta è in grado di produrre.

In questa logica, energia pulita e fonti rinnovabili sono diventate un punto fermo per Gruppo CAP. Insieme ad altre 5 realtà di Water Alliance (WA) – Acque di Lombardia e 10 delle 14 aziende di Water Alliance (WA) – Acque del Piemonte, ha lanciato per il secondo anno consecutivo una gara congiunta per un valore di quasi 100 milioni di euro per la fornitura di energia elettrica da sole fonti rinnovabili. L’energia green non servirà solo a soddisfare il fabbisogno delle imprese, ma anche a ridurre l’impatto ambientale, con un evidente saving in termini economici e conseguentemente ricadute positive sulle bollette: l’energia elettrica incide infatti per il 25% sui costi complessivi di gestione del servizio idrico che si traduce in circa 12 euro all’anno per ogni utente servito. Con l’acquisto di sola energia green il network di aziende di WA Lombardia e WA Piemonte garantirà per il 2020 una riduzione in termini di CO2 pari a 188.936 tonnellate.

Grazie a una politica di ottimizzazione delle perdite idriche, l’utility dell’acqua intende migliorare l’efficienza della sua rete, per passare da una dispersione del 24% al 15%, allineandosi al target europeo, e arrivare nel 2033 a una sensibile riduzione dell’acqua immessa nella rete, che sarà di un terzo rispetto alla portata attuale. Si tratta di un vero e proprio programma di protezione della risorsa idrica, che prevede una campagna di investimenti di 64,3 milioni nei prossimi cinque anni (2018-2022), in media 13 milioni all’anno, per permettere l’ottimizzazione della gestione  delle infrastrutture mediante l’attivazione selettiva dei pozzi a più bassa concentrazione di nitrati, la realizzazione di interventi di interconnessione finalizzati alla condivisione di acqua di elevata qualità tra i diversi territori serviti, ma anche la gestione preventiva del rischio sull’intera filiera dell’acqua potabile.

Il futuro per CAP fa rotta su reti e impianti che saranno sempre più smart, grazie a un incremento degli investimenti progressivo che raggiungerà nel 2033 quota 50 milioni. Un mix di investimenti e implementazioni con tecnologia 4.0 applicata in ogni ambito: dall’automazione delle attività industriali a partire da quelle ad alto rischio (5 impianti) alla conversione integrale di 15 impianti a controllo remoto, dallo sviluppo di una nuova control room con tecnologie di cloud computing e di analisi di dati in tempo reale, all’introduzione della modellazione in continuo su 5.000 km di reti acquedottistiche, passando dalla formazione high-tech per i dipendenti.

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