Lo scorso 22 marzo si è celebrata la Giornata Mondiale dell’Acqua, un’occasione per riflettere su una risorsa che rischia di diventare sempre più scarsa anche in Paesi dove siamo abituati a darla per scontata. A fare il punto sulla situazione idrica in Italia è il Blue Book 2024, il paper che ogni anno fornisce tutti i dati del servizio idrico integrato, realizzato da Fondazione Utilitatis e The European House – Ambrosetti. La premessa è sempre la stessa: il 96,5% dell’acqua sul nostro Pianeta è salata, l’acqua dolce è il 3,5%, di cui appena l’1% è potabile. Quindi sembrerebbe che l’acqua sia davvero una risorsa scarsa, e per tanto andrebbe gestita con il massimo rispetto e la massima attenzione. Un dato positivo che emerge dal Blue Book 2024 è proprio quello degli investimenti realizzati in Italia nel settore idrico, che si attestano oggi a 64 euro annui per abitante, con una crescita del 30% rispetto al 2019 e addirittura del 94% negli ultimi 10 anni.
Siamo comunque lontani dalla media europea, che si attesta a 82 euro, e il miglioramento della qualità del servizio segna una netta differenza tra Nord e Sud. La dispersione lungo la rete idrica nazionale va dal 14% di Milano al 72% in alcune zone del Sud Italia, con una media che si attesta al 42%. In più del 50% dei Comuni italiani le perdite idriche totali sono superiori al 35% dei volumi immessi in rete (dati ISTAT). Il motivo? Circa il 60% della rete nazionale ha più di 30 anni e il 25% più di 50 anni. In Lombardia, dove si è parlato spesso di richiedere lo stato di emergenza a causa della siccità, il livello di dispersione idrica si attesta in media al 23,4%. Gruppo CAP, gestore del servizio idrico della Città metropolitana di Milano, da sempre crede nell’innovazione tecnologica e investe costantemente in ricerca e sviluppo per migliorare l’efficienza del proprio servizio.
“Già oggi CAP registra una dispersione del 19,9%, sensibilmente inferiore alle media nazionale e anche alla media europea (23%) e mira a ridurla ulteriormente fino al 15% entro il 2033. – spiega Alessandro Russo, amministratore delegato di Gruppo CAP – Stiamo infatti sviluppando un ambizioso progetto per ridurre le perdite idriche in 133 Comuni del territorio milanese, sostituire 18 km di tubature, adottare tecnologie digitali all’avanguardia per il monitoraggio in tempo reale e per l’analisi predittiva dei guasti, con un investimento di ben 80 milioni di euro, che proprio a inizio 2024 è entrato nella sua fase operativa, con 8 cantieri già partiti e altri 3 pronti a iniziare i lavori”.
Il progetto è finanziato con 42 milioni di euro del PNRR, che CAP ha ottenuto insieme ad ATO Città metropolitana di Milano e che consentiranno di proseguire la strada della digitalizzazione della rete già avviata dall’utility lombarda nel corso degli ultimi anni. La roadmap, che guarda come tutti i progetti del PNRR al 2026, prevede la realizzazione di decine di interventi, che consentiranno di risparmiare ogni anno 13,5 milioni di metri cubi di acqua, tagliando le emissioni di CO2 di 1,65 milioni di kg e consumare 4,3 milioni di kWh di energia in meno. Il finanziamento per il quale Gruppo CAP e ATO Città metropolitana di Milano sono stati ammessi ammonta a 42.526.377 di euro, e contribuisce a un investimento totale da parte dell’azienda pari a € 79.446.801 e consentirà di adottare tecnologie sempre più innovative, sviluppando strumenti di modellizzazione per la manutenzione e la pianificazione predittiva per 133 Comuni: immagini SAR (Synthetic Aperture Radar, che impiega radar capaci di penetrare il terreno fino a una profondità di 3-4 metri e quindi di riuscire a individuare anche le perdite occulte e di ottenere immagini ad alta risoluzione da grande distanza, per pianificare al meglio e più in fretta gli interventi di riparazione); noise logger, ovvero sensori acustici fissi applicati sulla rete che rilevano il rumore proveniente dalle condotte idriche; software per la modellazione in tempo reale delle reti acquedotto (digital twin); DSS (Decision Support System), sistemi progettati sulla base delle tecnologie di asset management e basati sull’analisi di una serie di parametri con l’obiettivo di pianificare al meglio gli interventi secondo un approccio proattivo invece che reattivo. Sarà inoltre possibile sostituire 18 km di rete che si aggiungono ai 46 km già realizzati nel periodo 2020-2022; infine, nel biennio 2024-2025, saranno installati 40mila smart metering, ovvero contatori intelligenti di ultima generazione, di cui 22mila finanziati grazie ai fondi europei.