Gruppo CAP e Altroconsumo insieme per promuovere il consumo di acqua del rubinetto

Con 428 litri al giorno per abitante, siamo il primo Paese in Europa per prelievo di acqua per uso potabile, eppure meno della metà delle persone in Italia porta in tavola l’acqua del rubinetto. Infatti, siamo anche il primo Paese europeo per consumo di acqua in bottiglia: ogni giorno, nel nostro Paese vengono consumate 30 milioni di bottiglie di plastica, per una media di ben 208 litri all’anno di acqua confezionata per ogni cittadino. 

Ma perché gli italiani non bevono l’acqua del rubinetto? 

Nonostante la grande crescita della sensibilità per le tematiche green, per il contenimento dell’uso della plastica e delle emissioni, sul consumo di acqua del rubinetto pesano ancora molti pregiudizi e luoghi comuni: dalla presenza del calcare (il calcio, quello che fin da bambini ci viene detto che fa bene alle ossa) alla convinzione che sia meno pura di quella in bottiglia. 

Insomma, l’acqua del rubinetto viene usata per cucinare la pasta, lavare le verdure, fare il caffè, lavarsi i denti, ma spesso non viene portata in tavola. Per sfatare questi pregiudizi e fare chiarezza su qualsiasi dubbio o curiosità sull’acqua che arriva nelle nostre case, Gruppo CAP, la green utility che gestisce il servizio idrico della Città metropolitana di Milano, ha realizzato una speciale guida “Dalla sorgente al rubinettoL’acqua potabile nella vita quotidiana”.

Scritta insieme ad Altroconsumo, partner autorevole e da sempre al fianco dei consumatori con numerose attività di tutela e informazione, la guida si pone un duplice obiettivo

  1. far percepire il reale valore dell’acqua di rubinetto come fonte affidabile e sicura da bere 
  2. e, allo stesso tempo, incoraggiare pratiche sostenibili per preservare e proteggere questa risorsa vitale, ma anche l’ambiente in cui viviamo.  

La guida è divisa in tre sezioni

  1. Nella prima si illustra il ciclo dell’acqua, quello naturale (quindi come il pianeta rigenera l’acqua dolce che ci serve per vivere), e quello che consente a tutti i cittadini di avere a disposizione l’acqua potabile semplicemente aprendo i rubinetti di casa (e quindi tutto il processo di captazione, erogazione e depurazione, proprio del servizio idrico). 
  2. La seconda è dedicata alla qualità dell’acqua del rubinetto, che deve essere garantita in ogni luogo e in ogni momento. La guida spiega le analisi che vengono fatte costantemente sull’acqua prelevata dalle fonti di approvvigionamento, che per quanto riguarda CAP sono essenzialmente le falde acquifere, illustra i processi di potabilizzazione e le tecniche più all’avanguardia adottate da CAP per fornire acqua buona e sicura al 100%.
  3. La terza è dedicata al consumo consapevole della risorsa idrica, a come preservare questa risorsa, magari cambiando alcune delle nostre abitudini per riuscire a scendere nella classifica dei maggiori consumatori di acqua diventando un po’ più virtuosi. 

Fra i tanti temi affrontati nella guida di Gruppo CAP e Altroconsumo, c’è naturalmente anche quello del calcare, formato dal calcio e dal magnesio presenti naturalmente nell’acqua: all’aumentare della temperatura, la solubilità dei carbonati di calcio e magnesio diminuisce, così si formano le incrostazioni di calcare. 

Questo può essere un problema per gli elettrodomestici (scaldabagni, bollitori, ferri da stiro: tutti accomunati proprio dal fatto di riscaldare l’acqua che impiegano), ma per la salute umana non c’è alcun pericolo. Anzi: non soltanto il calcare non causa calcoli renali, ma assumere acqua ricca di calcio e magnesio è un vantaggio. 

La guida “Dalla sorgente al rubinetto. L’acqua potabile nella vita quotidiana” è consultabile e scaricabile dal sito, e fa parte di una più ampia campagna realizzata da Gruppo CAP per promuovere il consumo di acqua di rete, presentata in occasione della Giornata Mondiale dell’Acqua 2024. 

Ogni anno in Italia buttiamo nei cassonetti o nell’immondizia 13,5 miliardi di bottiglie di plastica. Prendendo come punto di riferimento il peso di una bottiglia da un litro e mezzo, pari a 40 grammi, si tratta di oltre 500mila tonnellate di plastica. 

Greenpeace ha stimato che per la sola produzione delle bottiglie vengono emesse 850mila tonnellate di CO2. Di questa mole di bottiglie in plastica, l’80% circa viaggia su gomma per la distribuzione e in media solo il 46% viene riciclato (fonte: Reloop 2022). Cambiare le nostre abitudini quotidiane e ridurre il consumo di acqua in bottiglia consentirebbe a tutti di fare un piccolo ma importante gesto per preservare la salute del Pianeta.

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