Gli esperti di I&S Informatica e Servizi:
Pier Luigi Fedrizzi – Ingegnere Idraulico ed Esperto GIS Gaetano Perbellini – Ingegnere Civile – Sviluppatore GIS Senior Stefania Sartori – Ingegnere Idraulico Junior Esperta in Modellazione Alessandro Panzieri – Geometra Esperto in GIS e Rilievi Territoriali
Un’ipotesi per un Bando PNRR che possa superare le criticità dei tempi e dei costi
Va sposato il concetto che non si deve spendere ma investire e che gli investimenti devono essere strutturali, duraturi e quindi ammortizzabili; un principio, questo, che deve valere per chi risulta beneficiato dal PNRR ma ancora di più per chi deve fare senza finanziamenti. Strategico risulta il favorire la formazione dei tecnici interni, affinché questi possano dare continuità agli investimenti effettuati.
Sono stati assegnati i primi fondi della misura M2C4-I4.2 e, come prevedibile, emergono ora le criticità della variabile tempo, che condiziona l’erogazione dei finanziamenti e guida le penali dei bandi messi a Gara, costringendo le Aziende a formare RTI (Raggruppamenti Temporanei d’Impresa) per garantire talvolta requisiti economici più che competenze concrete. Le RTI sono costrette a coniugare Cronologie dei lavori, Conoscenze di dominio, Costi e Penali in agguato. Della cronologia dei 9 punti (a-i) dell’Art. 5 del bando M2C4-I4.2, affronteremo di seguito i punti:
Si tratta ora di rispondere alle specifiche di gare che demandano, ai quasi obbligatori RTI, la ricerca di modi e tempi per realizzare i due punti sopra elencati, onde restituire le informazioni rilevate già predisposte per l’utilizzo con un qualsiasi software oppure con quello in uso presso la committenza.
In diversi settori, e quindi anche in questo, è prassi approcciare un investimento, soprattutto se di grande entità, attraverso un bando che preveda una mega gara da assegnare a chi “ha spalle forti” (fatturati) ma non necessariamente tecnologie e proposte innovative e talvolta nemmeno competenze di dominio, affidandosi anche ad un uso improprio della prassi dell’avvalimento (o prestito tecnologico). Ciò fa sì che la Committenza demandi, a chi scrive la gara (Consulenti) e a chi la vince (inevitabile RTI), la responsabilità di indirizzare e realizzare e quindi anche la responsabilità della buona riuscita di quello che il PNRR richiede per finanziare.
L’unica vera garanzia per il Committente, destinatario degli investimenti, sono le penali erogabili all’RTI che sono l’ultimo interesse del Cittadino che ha demandato all’Ente Gestore di gestire. In questo meccanismo perverso si innesta anche l’incongruenza per cui la Committenza Ente Gestore non può influenzare le proprie scelte strategiche applicando le “regole universali del buon padre di famiglia”, non citate nel Codice degli Appalti ma previste dal Codice Civile. Risultato: nessuno sarà responsabile del risultato finale del processo.
Usando un po’ di buon senso e imprescindibili conoscenze di dominio, è necessario raccogliere, verificare ed integrare, con la qualità e precisione necessarie e sufficienti per lo scopo ed i tempi, le seguenti informazioni:
Nell’attività di raccolta delle informazioni, spesso sparse e disomogenee, serve coinvolgere tutte le figure professionali, depositarie a diverso titolo delle informazioni stesse; ciò consente di recuperare i dati all’origine tracciando così tempi e fonti, a favore della qualità del dato.
Rispetto a una situazione normale, il PNRR introduce problematiche aggiuntive:
Lo schema di figura 1 sintetizza una soluzione che passa attraverso la realizzazione di un Prototipo (P), da far realizzare a chi lo sa fare o lo ha già realizzato, attraverso un incarico diretto (<= 139k€) previsto anche dal PNRR. In circa 2 mesi si deve e si possono avere le risposte su cosa si può fare nello specifico contesto, in modo da avere già scritte le specifiche tecniche del bando. Al prototipo (P) si arriva attraverso l’analisi (A) e reperibilità delle informazioni mancanti, usando strumenti Hardware e Software (HS 1,2) tenendo presente le seguenti esigenze:
Quanto illustrato si basa su dati e attività già sperimentate e realizzate, dove:
Un approccio adottabile da un Bando finalizzato al PNRR Idrico è sintetizzato nello schema di figura 2, dove viene illustrato un sistema integrato (già testato) che realizza una sorta di “comunità operativa collaborativa” composta da Committenza (in verde) e RTI (in azzurro). Il RTI è organizzato in squadre (S.i) di lavoro sul campo, coordinatori e certificatori remoti della qualità dei dati (D.i) ed esperti progettisti (E.i) che applicano e tarano i modelli, segnalando in tempo quasi reale le possibili anomalie da verificare a (D.ì) e correggere sul campo quando ancora in zona (S.i).
Per ottenere una modellazione il più possibile realistica e calibrata di una rete, è necessario conoscere, con il maggior dettaglio possibile, la distribuzione spaziale delle utenze e dei relativi consumi, altrimenti non ha alcun senso parlare di gestione ottimale e previsionale (fig.3). La distribuzione spaziale e temporale dei consumi è fondamentale, non solo per la progettazione e modellazione della Rete, ma anche per estrarre gli indici M1a e M1b e M2 come richiesto da ARERA e altri indicatori, come ILI e altri (fig.4).
Esiste una forte analogia – tecnologica, informatica e metodologico–organizzativa – fra l’attività di monitoraggio della Rete Idrica e la Ricognizione Digitale del Territorio (RDT) propedeutica anche alla realizzazione della banca dati georeferita per la Raccolta a Tariffa. Parliamo, in ambedue i casi, di georeferire il punto di misura (consumo H2O) o svuotamento (produzione rifiuto) che rappresentano gli elementi base per la modellazione idraulica o l’ottimizzazione dei percorsi di raccolta.
Questa attività, pariteticamente propedeutica ai due obiettivi, deve rispettare le indicazioni del progetto ANNCSU (Anagrafe Nazionale Numeri Civici e Strade Urbane), naturale completamento dell’ANPR (Anagrafe Nazionale Persone Fisiche).
Questa è la galleria 1.
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