09/06/2014
Servizi a Rete

Gara di perforazione teleguidata: partecipano entusiaste imprese italiane ed europee

Come si dice: “presto e bene”! È proprio con questo imperativo categorico, sempre più dominante nei cantieri, che i professionisti della perforazione sono riusciti a dimostrare la loro abilità, professionalità e la grande versatilità e precisione delle macchine Vermeer.
Pierluigi Lelli, Amministratore della Vermeer Italia, che ha saputo creare l’atmosfera giusta facendo di un incontro parzialmente lavorativo un weekend indimenticabile, ci spiega come è andata.

Sembra che Vermeer abbia scelto, per un incontro tra professionisti, la formula più in voga in questi tempi, che nel nostro settore non si era ancora vista. Di chi è stata l’idea?
A fine degli anni ’90, esattamente in Texas, è stata proposta questa formula di incontro e confronto tra i professionisti della perforazione. Abbiamo ripreso l’idea e l’abbiamo proposta alla nostra casa madre americana a cui è immediatamente piaciuta e da cui abbiamo avuto tutto il supporto.
La nostra iniziativa ha visto la presenza di ben 60 squadre suddivise in 15 batterie per un totale di 120 operatori. Tutti hanno partecipato con grande impegno ed entusiasmo. Quello che pensavamo essere solo una manifestazione interessante si è trasformata in una vera competizione in cui venivano messe in campo la professionalità e la capacità degli operatori.

Un momento ludico in cui non manca anche la competizione professionale; come giudicate il grado di soddisfazione dei partecipanti?
“Rodeo” è proprio il nome più azzeccato; è diventato ben presto un simpatico duello da “spaghetti western”. Abbiamo messo sotto i riflettori l’operatore con la sua professionalità ed è proprio per questa valorizzazione, che in cantiere spesso appare ovvia, che i contendenti hanno dato il meglio, dimostrando un attaccamento ed una forte passione per il loro lavoro.

Nella gara di perforazione vengono messe in campo le competenze sempre richieste anche in ambito lavorativo. In questo rodeo sono state fortemente accentuate velocità e precisione; sono questi i valori di competizione di questa tecnologia no-dig?
Questo incontro ha avuto molti risvolti positivi in favore di tutti coloro che in vari modi hanno contribuito all’ottima riuscita dell’iniziativa. In primo luogo, si è dimostrato che le forze lavoro in questo campo sono di grande valore e professionalità, che le nostre macchine sono in grado, se ben utilizzate, di dare un risposta convincente alle varie situazioni di scavo in cui ci si trova ad operare. Inoltre, si è operato per una valorizzazione delle tecnologie no-dig dimostrando in maniera inequivocabile che il “presto e bene” non solo è possibile, ma anche una certezza.

L’occasione di incontrare e rivedere tutti i clienti è stata anche quella di aggiornarli su vostre specifiche novità o avete preferito mantenere l’appuntamento un incontro conviviale di cui tutti si ricorderanno con piacere?
Non abbiamo perso l’occasione di allestire una vetrina dove si trovava esposta buona parte della nostra gamma di macchine. Tuttavia, quello che ci è piaciuto di più è aver offerto l’occasione a tutti di parlarsi e confrontarsi, scambiarsi informazioni e idee. Le 60 squadre di operatori, di cui 44 italiane e 16 esteri (nell’ambito europeo), hanno trovato l’iniziativa molto interessante. Il successo è stato registrato sia da un punto di vista lavorativo sia conviviale.

Ci può dare qualche dato?
Le 60 squadre suddivise in 15 batterie erano dotate di 4 macchine Navigator D20X22II che sono quelle che vanno per la maggiore nell’ambito della fibra ottica. La prestazione richiesta era abbastanza complicata e prevedeva un tracciato di perforazione con 3 punti di misurazione e un tempo stabilito, che non doveva essere superiore ai 25 minuti.
Gli operatori con equipaggiamento di rilevazione Digitrak F2, naturalmente con quattro differenti frequenze di trasmissione per evitare le interferenze tra di loro, sono riusciti a centrare un cerchio di 30 cm di diametro centrale e 60 cm di diametro esterno. Alcuni si sono visti battere non tanto sulla precisione quanto sul tempo e a volte si è trattato di pochi secondi. Si sono viste in campo la professionalità, la passione e l’entusiasmo.
Entusiasmo anche nel ritrovarsi insieme, molti con mogli e famigliari, in tutto 650 persone, 4000 panini, 550 chili di carne e molta birra.

Questo tipo di capacità non si inventa e non si impara sui banchi di scuola, come si diventa degli esperti dello scavo?
Per tutti coloro che acquistano le nostre macchine forniamo un corso intensivo di una settimana presso la nostra sede e una seconda settimana in cantiere con affiancamento di un nostro esperto. Con queste macchine è come prendere la patente, per il loro valore (oltre che per questioni di sicurezza) è indispensabile una preparazione di ottimo livello. Ci sono sempre corsi di aggiornamento, il resto lo fa la pratica e la capacità del singolo.

Ripeterete l’esperimento? Quando? Sfide tra campioni?
Certamente si torna in scena. Prevediamo di ripeterci prima del 2016, probabilmente non in Italia, ma in un altro Paese europeo. La cosa bella, che sancisce il successo dell’iniziativa, è che la Casa Madre Vermeer ha già previsto di replicare nei diversi continenti, ci sarà dunque un “Rodeo” Asia, America,…

Da dove arrivavano le squadre?
Erano presenti molti rappresentanti delle imprese europee:
Grecia, Germania, Finlandia, Danimarca, Romania, Svizzera, Inghilterra, Austria. Tutti molto molto bravi veramente.

Chi ha vinto questa edizione?
In finale si sono ritrovate quattro squadre di cui una danese e tre italiane a riprova che la professionalità non è di casa solo nel Nord Europa ma anche a casa nostra. La gara è stata vinta dai “Fast Sicilians” seguiti per pochi secondi dalle altre. Una vera finale da brivido; tutti potevano vincere ma merito a chi per una manciata di secondi ha prevalso sulle altre.

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