Regione Friuli Venezia Giulia è determinata a fronteggiare le procedure d’infrazione comunitaria sulla depurazione delle acque. L’ente ha infatti reperito oltre 95 milioni di euro per i tre casi a rischio sanzione, che se non sanati potrebbero costare una multa da 66 milioni di euro
L’investimento maggiore, del valore di 52,5 milioni di euro, riguarda la realizzazione del nuovo depuratore di Servola, a Trieste, che sarà finanziato grazie all’Accordo di programma tra la Regione, il ministero dello Sviluppo economico (Mise) e il ministero dell’Ambiente. Il nuovo impianto, la cui graduale entrata in funzione è prevista a partire dall’estate del prossimo anno, permetterà di superare la procedura d’infrazione comunitaria che interessa l’area di Trieste, San Dorligo e Muggia.
Un commissario straordinario è stato invece nominato, già nel 2014, per accelerare le opere e risolvere il problema della raccolta dei reflui nel territorio dei comuni di Cervignano del Friuli, San Giorgio di Nogaro e Carlino, in provincia di Udine, finanziate con un Accordo di programma quadro stipulato con il Governo.
Con lo stesso Accordo sono stati finanziati anche i lavori di potenziamento della raccolta e della depurazione dei reflui nel bacino relativo all’area sensibile dell’Adriatico Settentrionale, che comprende i territori di Rivignano, Pordenone, Porcia, Cordenons, Roveredo in Piano e Grado, per un investimento complessivo di 25,5 milioni.
Infine, le criticità che riguardano l’Ambito Orientale Goriziano, per le quali è stato siglato un Accordo di programma, con un investimento di 18 milioni di euro, per il potenziamento dell’impianto di depurazione di Staranzano che servirà la provincia di Gorizia.