Fiper: prioritaria l’emanazione del decreto Fer 2

Colmare il ritardo nell’emanazione del decreto Fer 2 e aprire il confronto per valutare le prospettive degli impianti a biogas e dei sistemi di teleriscaldamento a bioamasse che si stanno avvicinando alla fine dei 15 anni del periodo di incentivazione. È l’appello lanciato al governo, e in particolare al ministero dell’Sviluppo economico (Mise), da Fipe, la Federazione italiana dei produttori di energia da fonte rinnovabile.
Allo studio del ministero vi è infatti il nuovo decreto che dovrà andare a regolare il sistema di incentivi per le rinnovabili, in particolare biogas e biomassa, ma il percorso per una sua definizione sembra ancora lungo.
A questo proposito Walter Righini, presidente di Fiper, ha sottolineato in una nota come sia prioritario «aprire un confronto sulle prospettive del settore post periodo di incentivazione per gli impianti esistenti e sulle nuove modalità di incentivazione per le nuove realizzazioni, ragionando in un’ottica di medio lungo periodo, fondamentale per le realtà del settore agricolo e forestale».
Nel settore biogas, ad esempio, si legge nella nota, con il decreto ministeriale “biometano” del 2 marzo 2018, la riconversione degli impianti esistenti di biogas agricolo in produttori di biometano allo stato attuale non è sostenibile né fattibile da parte delle aziende. «Quella che sembrava la “ricetta ottimale” per dare continuità a un settore e raggiungere il target di rinnovabili sui trasporti, si sta rivelando solo una grande opportunità per il comparto dei grandi impianti della Forsu” ma non certo per gli oltre 1500 impianti di biogas esistenti del mondo agricolo italiano».
Stesso discorso per gli impianti di teleriscaldamento a biomassa, anche cogenerativi, che stanno raggiungendo il termine del periodo di incentivazione per la produzione di energia elettrica.
A giudizio della Federazione occorre una maggiore interazione e sinergia tra la politica energetica, agricola/forestale e ambientale per consolidare la presenza degli impianti a biogas e le reti di teleriscaldamento a biomassa che garantiscono al sistema Paese una fonte rinnovabile programmabile, ma soprattutto presidio del territorio e consolidamento delle filiere di produzione con importanti effetti ambientali in ambiti locali marginalizzati.
La direttiva Red 2, la nuova direttiva europea sulle energie rinnovabili, che ha portato al 32% la quota del fabbisogno energetico da coprire con energia pulita, «ci indica la strada da seguire – ha conclude Righini -. Le comunità dell’energia sono a nostro avviso un modello di generazione distribuita da favorire soprattutto in zone rurali e montane; le prime dichiarazioni del nuovo Collegio Arera ci fanno ben sperare in un impegno da parte del regolatore e del Governo a realizzare questo obiettivo. Ne va dell’economia e dell’occupazione delle aree interne e dell’autonomia energetica di questi territori».

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