Sarà chiuso entro la fine dell’estate il cantiere del mega sito di stoccaggio del gas a Cornegliano Laudense, in provincia di Lodi. Successivamente, tra settembre e ottobre, verranno effettuati i test in modo da mettere l’opera in esercizio per la fine dell’anno. È questo il cronoprogramma degli ultimi interventi necessari per vedere in funzione uno dei depositi gas più grandi d’Italia, realizzato in un ex giacimento Eni, vuoto dal 1997, dalla società Ital gas storage.
L’impianto ha infatti una capacità di accumulo pari a 2,2 miliardi di metri cubi di gas metano, dei quali 1,3 miliardi destinati allo stoccaggio, equivalenti a un incremento dell’8% dell’attuale capacità di stoccaggio e del 10% degli attuali volumi di stoccaggio giornalieri, e poco meno di un miliardo di gas “cuscinetto” necessario al funzionamento dell’impianto, e potrà scambiare fino a 27 milioni di metri cubi di gas al giorno direttamente sulla rete nazionale. Il deposito sarà collegato alla rete del gas di Cervignano d’Adda da un metanodotto dell’estensione di 9.800 metri, in via di completamento, costituito da condotte in acciaio, garantendo così lo scambio di metano in tutto il Nord Italia.
Imponente quanto l’opera l’investimento necessario alla sua realizzazione. Ital gas storage, controllata da una società statunitense che a sua volta fa capo a Morgan Stanley Infrastructure Inc. e da Whysol Investments, per la progettazione e costruzione dell’impianto ha firmato un contratto di finanziamento da un miliardo e 56 milioni di euro.
L’impianto è costituito da due cluster, Cluster A e Cluster B, da ciascuno dei quali partono pozzi sotterranei, che servono a collegare il giacimento con l’impianto di trattamento e compressione, minimizzando l’impatto sul suolo.
La sua costruzione è frutto di un lungo iter autorizzativo, che prese il via nel 2003 per terminare nel marzo del 2011, quando Ital gas storage ha ottenuto una concessione di 40 anni per la trasformazione e la messa in esercizio dell’impianto. L’ultimo decisivo via libera è arrivato a fine dello scorso anno quando il Governo con una delibera ha concesso l’ok all’allacciamento alla rete nazionale, superando così il divieto di Regione Lombardia che si era opposta, nel 2015, all’attivazione della centrale.