12/04/2019
Servizi a Rete

FibreFlex: il teleriscaldamento di ultima generazione guarda oltre l’acciaio

Intervista a Marco Zeni, responsabile tecnico di PlusPipe s.r.l.

Una proposta innovativa che arriva dal freddo…

Dalla Russia per l’esattezza, dove il freddo è di casa e il teleriscaldamento è sviluppato da tempo in virtù dei vantaggi che offre in termini economici ed energetici: dal 2016 PlusPipe è distributore esclusivo in Italia di Radius-Kelit, casa madre austriaca e parte del gruppo russo Poliplastic che ha sviluppato questa particolare tecnologia di produzione sin dai primi anni 2000.

Si tratta del sistema preisolato flessibile FibreFlex: tubo di servizio in polietilene reticolato PEX-a con rete di rinforzo in fibra aramidica, isolamento in poliuretano espanso a bassissima conducibilità termica e guaina esterna corrugata in polietilene.

   

In cosa FibreFlex si differenzia da altri prodotti plastici in commercio?

Il polietilene reticolato è già largamente utilizzato per realizzare linee di trasporto acqua calda di riscaldamento o sanitaria. Questi prodotti “tradizionali” con tubo di servizio in PEX-a monoparete hanno però dei limiti applicativi in termini di temperature di esercizio, pressioni operative e massimo diametro arrotolabile che ne confinano l’utilizzo in campo prettamente domestico.

La tecnologia FibreFlex, invece, pur utilizzando lo stesso polietilene PEX-a per lo strato interno, integra nella struttura del tubo una particolare rete in fibra aramidica in grado di estendere le proprietà del polimero di base conferendo così al sistema una resistenza a pressioni e temperature più alte, addirittura con una diminuzione dello spessore di parete.

In particolare, FibreFlex Pro è progettato per sopportare temperature continue di 95°C (con picco di 115°C) a una pressione di esercizio fino a 16 bar. Grazie a queste caratteristiche FibreFlex Pro risulta l’unico sistema in materiale plastico in grado di proporsi come valida alternativa alle condotte rigide in acciaio preisolato tradizionalmente utilizzate per le reti di teleriscaldamento.

 

Perché FibreFlex risulta vantaggioso rispetto all’acciaio?

Velocità di posa, assenza di corrosione ed efficienza energetica: queste le prime cose che mi vengono in mente.

Siamo abituati a pensare alle reti di teleriscaldamento come composte da tubi in acciaio preisolato, materiale pesante e conduttore termico; siamo abituati a pensare ai cantieri del teleriscaldamento come lento susseguirsi di saldature e muffolature eseguite da parte di manodopera altamente specializzata; infine, siamo abituati a pensare alle reti teleriscaldamento come monitorate da un sistema di rilevazione perdite per evitare interruzioni del servizio a causa di rotture da corrosione.

Il sistema FibreFlex supera tutto questo.

FibreFlex arriva in cantiere in rotoli di grande lunghezza e posare, per esempio, 150m di linea D90/162 richiede non più di 15 minuti.

FibreFlex è insensibile alla corrosione, motivo per cui il sistema di monitoraggio perdite è semplicemente non necessario.

Infine, in virtù del processo di isolamento in continuo (λ50 ≤ 0.0215 W/mK) e delle proprietà isolanti dell’intera struttura, FibreFlex offre un’eccellente efficienza energetica: le dispersioni termiche sono infatti minori di quelle di un tubo in acciaio preisolato in classe S3 per diametri fino al DN80 e comprese tra le classi S3 ed S2 per i diametri superiori. Considerato che in Italia si usa di solito la serie S1 …

Ci sono differenze per quanto riguarda la progettazione della rete?

I tubi FibreFlex sono innanzitutto da considerarsi autocompensanti, pertanto la progettazione della rete può essere effettuata senza ricorrere ai complessi calcoli di Stress Analisys. Non dovendo prevedere alcun sistema di compensazione delle dilatazioni (omega, zeta ecc.) è quindi possibile disegnare tracciati ottimizzati in funzione dei vincoli esistenti, evitare quasi completamente l’installazione di curve preisolate e ridurre pesantemente il numero di giunzioni necessarie, a tutto vantaggio dell’affidabilità complessiva della rete.

La progettazione idraulica delle condotte FibreFlex segue invece le stesse regole utilizzate per l’acciaio; la bassissima rugosità superficiale di questi tubi (ε=0,007mm contro ε=0,08÷0,1mm dei tubi in acciaio saldato) si traduce però, a parità di portata, in diametri tendenzialmente più piccoli, con conseguenti vantaggi dal punto di vista economico e di posa.

Infine, come detto prima, la struttura plastica rinforzata del tubo di servizio garantisce la totale insensibilità di FibreFlex alla corrosione, evitando l’installazione dei sistemi di rilevazione perdite normalmente previsti per le linee in acciaio preisolato e i relativi costi di gestione.

 

Come si realizza la giunzione dei tubi FibreFlex?

La giunzione dei tubi FibreFlex non richiede alcun tipo di saldatura ed è effettuata a mezzo di particolari raccordi a compressione assiale costituiti da un inserto maschio, un anello esterno in acciaio e un particolare anello polimerico di bloccaggio intermedio che vengono serrati con una pinza idraulica; tutto questo a vantaggio di semplicità, velocità e affidabilità dell’installazione.

L’integrazione di FibreFlex con le condotte in acciaio è inoltre garantito da appositi raccordi di transizione metalloplastici, a saldare o filettati, da montare con il medesimo sistema a compressione assiale.

 

Quali sono i vantaggi di posa?

Abbiamo già parlato della velocità di posa e della facilità di giunzione ma non abbiamo parlato dello scavo e del tracciato.

Innanzitutto le dimensioni della trincea: l’assenza di qualunque saldatura rende di fatto inutile distanziare tra loro le linee nello scavo e questo porta a una sensibile diminuzione della larghezza della trincea e quindi dei costi di scavo. Il vantaggio di poter stendere più linee contigue, sia affiancate orizzontalmente che sormontate verticalmente, porta ad un risparmio sui volumi di scavo fino al 40% e, di conseguenza, sui relativi costi di movimentazione terra.

Infine il tracciato: chi è abituato a stare in cantiere sa che non sempre è possibile prevedere tutto e il sistema FibreFlex consente, con la sua flessibilità, non solo di realizzare semplici deviazioni in presenza di sotto servizi esistenti ma anche di aggirare facilmente alberi, edifici o impedimenti di qualunque genere.


 


Riguardo l’affidabilità del prodotto, avete già dei riscontri concreti?

Certamente. MOEK, una delle più importanti municipalizzate di Mosca ha installato tra il 2004 e il 2015 più di 6500km di tubi FibreFlex e FibreFlex Pro con risultati davvero eccellenti: con il passaggio dall’acciaio preisolato ai nostri tubi il tasso di perdite è infatti diminuito di più di 16 volte, da 6.5 a 0.4 interventi ogni 100km di rete.

 

Per quanto riguarda i costi?

Se si considera unicamente il prezzo al metro, questo tipo di tubazione è certamente più costoso dell’acciaio preisolato ma, calcolando il risparmio ottenuto su tutto ciò che riguarda progettazione, posa in opera e gestione della rete, la soluzione FibreFlex risulta complessivamente vantaggiosa.

Dati alla mano: i minori costi relativi a giunzioni, pezzi speciali, scavi e movimenti terra, la riduzione delle lunghezze di linea unitamente all’assenza di saldature e conseguente necessità di manodopera specializzata, compensano tranquillamente il maggior investimento per i tubi.

Infine, da non dimenticare, la completa assenza di corrosione e tutti i costi di manutenzione a rete ultimata: i dati di MOEK sopra citati parlano da soli.

 

Quali sono i risultati dei vostri primi progetti?

Consci delle caratteristiche prestazionali e applicative del sistema FibreFlex abbiamo da subito concentrato la nostra attenzione sulle reti di teleriscaldamento in acqua non surriscaldata, in particolare quelle degli impianti a biomassa o geotermici.

Da questa ricerca è nata, già nel 2016, la collaborazione con Geo Energy Service Spa di Pomarance, il primo gestore italiano a credere nei nostri sistemi.

Da allora abbiamo fatto conoscere ed apprezzare FibreFlex in molte zone dell’arco alpino e appenninico scoprendo con piacere come i nostri clienti, una volta comprese e verificate tutte le potenzialità del prodotto, siano davvero poco propensi a rinunciarvi.

Ora è il momento di confrontarci anche con i grossi gestori del calore: qualcuno ha già avuto modo di visitare i nostri cantieri e i riscontri sono molto positivi …

 

 

Rilevate una crescita culturale rispetto alla progettazione del teleriscaldamento?

La diffusione del teleriscaldamento in Italia è avvenuta tramite un graduale processo di innovazione tecnologica e culturale che, superate le resistenze fisiologiche iniziali, ne ha consolidato l’utilizzo portandolo ad essere considerato la naturale soluzione per la distribuzione del calore in maniera efficiente ed economicamente vantaggiosa.

La tendenza è oggi quella, da un lato di incentivare lo sfruttamento delle risorse naturali (geotermia, biomassa legnosa ecc.) e dall’altro di puntare decisamente sull’efficienza energetica delle reti, migliorando i materiali utilizzati e abbassando le temperature di esercizio sotto la soglia dei 100°C.

In questo quadro, FibreFlex si propone come una novità che risponde alle esigenze sopra delineate: economicità, efficienza energetica e affidabilità nel tempo ne fanno il candidato ideale per le nuove reti di teleriscaldamento.

Non nego che in tanti casi sperimentiamo una sostanziale diffidenza verso i prodotti plastici e una conseguente resistenza a pensare “oltre l’acciaio”, soprattutto a causa della consolidata tradizione nel progettare questo tipo di reti e benché molto spesso le condizioni siano favorevoli per una progettazione con tubazioni flessibili. Anche questo è un processo di cambiamento che richiederà tempo ma siamo qui per convincere anche i più restii …

 

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