Correggere il prima possibile la norma sul Superbonus, il bonus fiscale (una detrazione del 110% sulle spese) riconosciuto agli interventi di efficienza energetica contenuto nel Decreto Rilancio (Dl n. 34/2020), in discussione alla Camera. A chiederlo è l’Airu (Associazione italiana riscaldamento urbano), l’associazione di riferimento delle imprese italiane che realizzano e gestiscono sistemi di teleriscaldamento, e delle imprese industriali che producono materiali e tecnologie del settore, in una lettera inviata insieme a Utilitalia al sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Riccardo Fraccaro, al ministro dello Sviluppo economico Stefano Patuanelli e al ministro dell’Economia Roberto Gualtieri.
Il punto da correggere è l’articolo 119 del decreto nella sua nuova formulazione che per quanto riguarda il teleriscaldamento limita la possibilità di godere dell’incentivo ad alcuni comuni montani che si allacciano a sistemi di teleriscaldamento efficienti. Una grave limitazione che di fatto, esclude dal meccanismo gran parte del territorio nazionale.
«Fra le tecnologie che potranno beneficiare del Superbonus al 110% il Dl Rilancio si “dimentica” del teleriscaldamento efficiente che, come noto, utilizza in maniera prevalente fonti rinnovabili o calore di scarto, altrimenti sprecato, recuperato dal territorio in piena aderenza ai principi dell’economia circolare – si legge nella lettera -. Il nuovo emendamento approvato dalla Commissione Bilancio incentiva infatti il teleriscaldamento soltanto in limitate zone montane dove i benefici ambientali di tale tecnologia sono più ridotti in ragione delle basse densità abitative».
«Il teleriscaldamento efficiente è un’opzione strategica per la sostenibilità energetica ed ambientale prima di tutto dei nostri centri urbani – sottolinea il presidente di Airu Lorenzo Spadoni –. Pertanto, auspichiamo che le istituzioni provvedano il prima possibile ad eliminare l’incomprensibile limitazione ai soli comuni montani, in modo da consentire che l’allacciamento al teleriscaldamento efficiente rientri a pieno titolo tra le tecnologie che accedono al meccanismo del Superbonus».
Non a caso, ricorda il presidente Airu, l’Unione europea ha riconosciuto che tale tecnologia ha il pregio indiscusso di ridurre le emissioni e gli inquinanti locali come le polveri sottili che tanto affliggono le zone più popolate del nostro Paese. È in queste aree, ovvero le città densamente abitate, che lo sviluppo del teleriscaldamento efficiente andrebbe in via prioritaria sostenuto. «Basti pensare, a titolo di esempio, che l’intero bacino padano potrebbe certamente giovare della realizzazione di reti di teleriscaldamento efficienti con l’incentivo del Superbonus, ma il DL Rilancio non agevola i cittadini nella scelta di questa soluzione pulita ed efficiente, privilegiando al contrario soluzioni diverse, alcune delle quali basate esclusivamente sull’utilizzo di combustibili fossili», scrive Spadoni. «È evidente che la scelta di circoscrivere l’incentivo ai soli comuni montani è in palese contraddizione con l’esigenza di favorire la transizione energetica del nostro Paese verso tecnologie più green. I sistemi di teleriscaldamento italiano fino ad oggi hanno consentito di spegnere oltre 80.000 camini (tanti sono infatti gli edifici collegati alle reti) e molto di più si potrebbe fare agevolando con il 110% lo sviluppo del teleriscaldamento efficiente senza quell’incomprensibile limitazione votata alla Camera».
La richiesta, pertanto è «l’articolo 119 venga corretto il prima possibile».