I Ministeri dell’Ambiente e della Sicurezza energetica (MASE) e delle Infrastrutture e dei Trasporti (MIT) hanno inviato alla Commissione europea il testo definitivo del Piano Nazionale integrato Energia e Clima, che conferma gli obiettivi raggiunti nella proposta trasmessa a giugno 2023. In alcuni casi sono stati perfino superati i target comunitari, soprattutto per ciò che riguarda le energie rinnovabili.
Forte crescita di alcuni comparti
L’aggiornamento del Piano è stato realizzato con un approccio realistico e tecnologicamente neutro, che prevede una particolare accelerazione di specifici settori. Oltre alle fonti rinnovabili elettriche, si punta su: produzione di combustibili rinnovabili, come il biometano e l’idrogeno, diffusione di vetture elettriche, cattura e stoccaggio della CO2, ristrutturazioni edilizie ed elettrificazione dei consumi finali, in particolare attraverso maggior ricorso al mix termico rinnovabile delle pompe di calore.
131 Gigawatt di energia verde
L’area con performance più alte è quella delle FER, nella quale l’Italia dovrà produrre, entro il 2030, una potenza di 131 Gigawatt da fonti rinnovabili. Si prevede che quasi l’ottanta (79.2) percento di questi deriveranno dal solare, 28.1 dall’eolico, 19.4 dall’idrico, 3.2 dalle bioenergie e 1 Gigawatt da fonte geotermica (quota quest’ultima che potrebbe anche aumentare al raggiungimento di un adeguato livello di maturità di alcune iniziative progettuali in via di sviluppo).
Riduzione dei consumi e dei gas serra
In ambito efficienza energetica, si stima che le misure previste possano portare ad un’importante riduzione dei consumi di energia primaria e finale, ma per il raggiungimento degli obiettivi bisognerà continuare a lavorare. È già stato ottenuto, invece, il target relativo ai risparmi annui cumulati nei consumi finali tramite regimi obbligatori di efficienza.
Per quanto riguarda le emissioni e gli assorbimenti di gas serra, l’Italia prevede di superare l’obiettivo del “FitFor55” riguardante gli impianti industriali vincolati dalla normativa ETS, arrivando al -66% rispetto ai livelli del 2005 (obiettivo UE, -62%).
Il miglioramento dell’autonomia energetica
Sul fronte della sicurezza degli approvvigionamenti, si registra una netta riduzione della dipendenza da altri Paesi favorita dalle azioni di diversificazione delle importazioni e dalla pianificazione di nuove infrastrutture.
Per quanto riguarda il mercato interno dell’energia, si prevede di potenziare le interconnessioni elettriche e il market coupling con gli altri Stati membri, nonché sviluppare nuove connessioni per il trasporto di gas rinnovabili, rafforzando il ruolo dell’Italia come hub energetico europeo e corridoio di approvvigionamento delle rinnovabili dell’area mediterranea.
L’importanza della collaborazione
Per elaborare il Piano, il MASE ha lavorato in sinergia con le altre amministrazioni competenti, coinvolgendo MEF, MIT, MIMIT, MUR e MASAF. Ci si è avvalsi del supporto tecnico di GSE, di RSE per la simulazione degli scenari energetici e di ISPRA per quelli legati alle emissioni, mentre hanno collaborato i Politecnici di Torino e Milano per la parte di ricerca e innovazione.