Depurazione in Calabria: un’emergenza da risolvere


Il sistema della depurazione dei reflui in Calabria fa davvero acqua da tutte le parti. Sono circa 130 gli agglomerati che a causa delle lacune degli impianti sono coinvolti nella procedura d’infrazione comminata dall’Unione europea. Un disservizio che ha importanti costi economici e mina lo sviluppo del territorio, come mostrano anche i dati relativi ai flussi turistici dell’ultima estate, che vedono proprio la Calabria come unica regione del Mezzogiorno a non aver incrementato il numero di visitatori, problema anche legato alle gravi carenza infrastrutturali della regione. I numeri del resto parlano chiaro: la condanna della Commissione europea è arrivata nel 2012, ma da allora non molto è stato fatto se, come dicono i dati di Legambiente Calabria, su un totale di 548 impianti presenti ne sono stati sottoposti a controllo solo 146 e di questi risultano conformi 140.
Dell’adeguamento degli impianti di depurazione, d’altronde, si parla dal 2011 e quest’anno l’Europa ha condannato la Calabria al pagamento di 60 milioni di euro per il mancato adeguamento degli impianti di trattamento dei reflui fognari. Insomma, si sta facendo poco e troppo lentamente: a fronte del fabbisogno finanziario necessario, stimato in 243 milioni di euro, il Cipe ha stanziato 160 milioni a cui si aggiungono altri 83 milioni da altri capitoli, ma Regione Calabria ha sbloccato opere solo per 104 milioni di euro, per un totale di 8 interventi, mentre risultano bloccate ancora 10 opere per ulteriori 140 milioni di euro.

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