Il passaggio del depuratore di Parapinta e dei sette punti di sollevamento fognario per la depurazione delle acque, attualmente in carico all’Unione dei comuni Alta Gallura, e che sarebbero dovuti passare ad Abbanoa sin dallo scorso 16 maggio, potrebbe essere in dirittura d’arrivo.
Ad annunciarlo, soddisfatto, è stato l’ex sindaco di Aggius, Francesco Muntoni, in qualità di presidente uscente dell’Unione dei comuni, (per l’alternanza semestrale), nel corso di una riunione dell’assemblea dei sindaci, tenutasi a Badesi.
Francesco Muntoni che è stato sostituito nella presidenza dal sindaco di Santa Teresa Stefano Pisciottu, eletto all’unanimità, ha spiegato le varie fasi intercorse per un forse raggiunto accordo fra l’Unione dei comuni e Abbanoa. Fasi a volte difficilissime per una serie di clausole e problemi che Abbanoa, dopo 9 anni di rinvii, continuava ad avanzare. Né ad accelerare la “pratica” del passaggio di proprietà, era servito avere sancito a Tempio, ai primi di maggio, con una stretta di mano di fronte all’assessore regionale Maninchedda, in qualità di testimone, un accordo per la firma entro il 16 di maggio.
«Ora, – ha annunciato Muntoni al termine della sua dettagliatissima relazione, i cui contenuti tecnici per il passaggio fra Unione e Abbanoa sono stati approvati all’unanimità dall’assemblea dei sindaci -, l’accordo sembra finalmente raggiunto. Manca solamente la firma dell’amministratore delegato di Abbanoa, Alessandro Ramazzotti». A tutt’oggi, però, la firma sull’accordo non è stata a ancora apposta.
Nell’Unione dei Comuni non vi è motivo di credere che ciò non avvenga. La situazione, infatti, è al limite dell’assurdo. Da una parte, l’Unione dei Comuni “Alta Gallura”, già Comunità Montana, (obbligata per legge a erogare il servizio di depurazione con l’impiego di enormi risorse finanziarie per il funzionamento del depuratore e dei sette punti di sollevamento), e dall’altra Abbanoa obbligata ad incassare, senza colpo ferire, le bollette per la depurazione.
Una situazione che aveva portato Abbanoa ad essere nell’elenco dei più grossi debitori dell’Unione, con alcuni milioni di euro che si trascinavano e aumentavano anno dopo anno.