Arriva dall’Unione Europea un importante aiuto per lo sviluppo della banda ultra larga nelle aree bianche italiane, ovvero quelle porzioni del territorio, presenti in tutte le regioni, dove i privati non hanno convenienza a investire nella realizzazione dell’infrastruttura. La Commissione Europea ha infatti adottato un nuovo programma nell’ambito della Politica di Coesione, programma che destina al nostro Paese oltre 573 milioni di euro per lo sviluppo delle connessioni veloci.
Il finanziamento garantisce un sostegno fondamentale al Piano digitale italiano – banda ultra larga, la strategia nazionale per la rete d’accesso di nuova generazione, e riguarderà, appunto le aree bianche. L’obiettivo dell’iniziativa è ridurre il “digital divide” portando la banda ultra larga nelle aree dove non è al momento disponibile. Secondo le stime della Commissione europea, il programma interesserà oltre 7.000 comuni italiani, per un totale di 12,5 milioni di abitanti, il 20% della popolazione italiana, e quasi un milione di imprese.
La Strategia nazionale per la banda ultralarga, di cui fa parte il programma, punta ad assicurare una velocità di connessione ad Internet pari ad almeno a 100 megabit al secondo (Mbps) nell’85% delle case italiane e in tutti gli edifici pubblici, soprattutto scuole e ospedali, e di 30 Mbps in tutti gli altri luoghi.
L’Italia è il secondo percettore di Fondi di investimento strutturali, inclusi i Fondi della politica di coesione, con 44,7 miliardi di risorse destinate per il periodo 2014-2020. Di questi, 1,9 miliardi sono dedicati agli investimenti nei servizi digitali e nella banda larga. Il nostro paese è anche il secondo maggiore beneficiario del Piano Juncker, il Piano Europeo per gli investimenti, con 63,3 miliardi già mobilitati e oltre 286.000 piccole e medie imprese che hanno potuto trarre vantaggio da un migliore accesso ai finanziamenti.
Per il prossimo bilancio europeo la Commissione propone 43,5 miliardi per Fondi di coesione assegnati all’Italia per supportare la ripresa economica. Una dotazione finanziaria che registra un aumento di 8,5 miliardi di euro, nonostante un contesto di generale riduzione dei fondi destinati alla politica di coesione.