Ammodernare la rete elettrica per favorire la transizione energetica del paese verso un mix sempre più orientato sulle fonti rinnovabili. È questo il fulcro del Piano strategico 2018-2022 di Terna, che prevede investimenti per 5,3 miliardi di euro nei prossimi 5 anni. Piano che ha come obiettivo «una completa integrazione delle rinnovabili e la digitalizzazione dell’infrastruttura per una maggiore sicurezza e resilienza, a beneficio di tutto il sistema», come ha spiegato l’amministratore delegato della società Luigi Ferraris.
Le risorse stanziate dal nuovo documento approvato dal consiglio di amministrazione sono superiori del 30% rispetto a quelle dell’ultimo piano e serviranno per continuare il processo di adeguamento della rete al nuovo paradigma energetico sempre più impostato sui criteri di sostenibilità dove le fonti energetiche rinnovabili avranno un peso sempre maggiore. Il piano strategico nazionale prevede, infatti, che la quota delle rinnovabili nel mix energetico complessivo raggiunga il 55% nel 2030, dall’attuale 38%, passando attraverso la totale dismissione delle centrali a carbone entro il 2025.
In questo contesto si inserisce l’attività di Terna, finalizzata a rendere l’infrastruttura in grado di supportare tale processo, che implica la capacità della rete di far fronte alle problematiche di una generazione intermittente, tipica di molte fonti rinnovabili, e che si traduce, in pratica, in un aumento delle interconnessioni per rendere il sistema affidabile ed efficiente.
Il nuovo piano prevede che dei 5,3 miliardi di investimenti da realizzare in Italia, circa 2,8 miliardi siano destinati allo sviluppo della rete nazionale. In questa voce i capitoli più costosi riguardano le interconnessioni con l’estero, in particolare Montenegro e Francia, il collegamento con Sardegna e Corsica, e gli interventi per razionalizzare le reti nelle principali aree metropolitane del paese, in particolare Milano, Roma, Napoli e Palermo dove verranno sostituite le vecchie infrastrutture con nuovi cavi tecnologici e sostenibili.
Ci sono poi 700 milioni dedicati al Piano di difesa, ovvero a dispositivi per accrescere la sicurezza e la stabilità del sistema, e all’ulteriore sviluppo della rete in fibra ottica. Inoltre,1,9 miliardi andranno alle attività di rinnovo ed efficienza per migliorare la qualità del servizio e per l’integrazione della rete elettrica acquisita a fine 2015 dal Gruppo Fsi. Infine, circa 600 milioni di euro saranno destinati ai progetti di innovazione e digitalizzazione per migliorare la sicurezza e l’efficienza dei flussi di elettricità sulla rete.