16/02/2018

Crisi idrica a Palermo: proclamato lo stato d’emergenza


Nonostante le piogge cadute negli ultimi giorni, il livello delle riserve di acqua che garantiscono l’approvvigionamenti idrico di Palermo continuano ad assottigliarsi rendendo la situazione sempre più critica. In questo contesto arriva la decisione del Consiglio dei ministri di approvare la dichiarazione dello stato di emergenza avanzata da Regione Sicilia. Stato di emergenza, però, che riguarda anche la gestione dei rifiuti in tutta l’Isola. Insieme allo stato di crisi è arrivata anche la nomina di Nello Musumeci, il presidente della Regione, a commissario delegato per un anno e il dipartimento regionale Acqua e rifiuti soggetto attuatore. L’ordinanza della Protezione civile concede dunque poteri speciali alla Regione per affrontare in deroga alle norme vigenti l’emergenza rifiuti in tutta la Sicilia e la crisi idrica nella sola provincia di Palermo. L’ordinanza non assegna nuovi fondi alla Regione, ma permette di impiegare risorse europee e nazionali per gestire questa fase. «Sono contento che il Consiglio dei ministri abbia aderito alla nostra richiesta di concessione di poteri straordinari per poter superare le criticità causate dal gravissimo ritardo accumulato negli anni – ha affermato Musumeci -. Di questo voglio ringraziare il premier Paolo Gentiloni nel quale ho trovato un interlocutore attento e sensibile. Non si conoscono ancora, nei dettagli, le delibere, per cui bisogna attendere per capire all’interno di quale perimetro ci potremo muovere. So che sarò affiancato da due coordinatori, che avranno anche una funzione di vigilanza. Al di là del superamento della fase emergenziale, comunque, la Regione si è già mossa per la programmazione ordinaria delle infrastrutture, in modo tale che al massimo fra un paio d’anni questa crisi sia solo un lontano e brutto ricordo». La decisione del governo è stata presa a seguito di diverse interlocuzioni tecniche tra la Regione siciliana e la presidenza del Consiglio dei ministri, il Dipartimento nazionale della Protezione civile, i ministeri dell’Ambiente e per la Coesione territoriale e le strutture dell’Autorità nazionale anticorruzione, nelle quali sono state approfondite le criticità rappresentate. Con successive ordinanze, emanate dal capo del dipartimento della Protezione civile nazionale, saranno definite le modalità operative e organizzative.

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