09/09/2014
Servizi a Rete

Con il teleriscaldamento alla riscoperta della storia di Alba

I centri cittadini italiani sono considerati dei gioielli per la ricchezza del patrimonio storico-culturale che li caratterizza. Una peculiarità che non riguarda solo lo strato superficiale, ma anche il sottosuolo, dove importanti e preziose testimonianze del passato occasionalmente tornano alla luce.
È quanto accaduto ad Alba (Cuneo), dove i lavori per l’estensione della rete di teleriscaldamento nella zona Est hanno fatto emergere i resti del muro di cinta medievale della città e la relativa porta. A riportare alla luce i reperti, l’assistenza archeologica, commissionata da Egea per coadiuvare le attività di scavo e diretta dalla Soprintendenza per i Beni Archeologici del Piemonte.
Una scoperta di particolare rilevanza, in quanto consentirà di ricostruire il tracciato medievale delle mura in quest’area, come già fatto per il settore sudoccidentale e, più in generale, la storia medievale della città.

Il muro di cinta bassomedievale, emerso anche per lunghi tratti in alcuni contesti indagati archeologicamente presenta una larghezza di circa 1 metro ed ha un profilo “a scarpa”. Il profilo interno è articolato da contrafforti, posti a distanze non regolari, per un miglior ancoraggio al terreno e per creare la base del cammino di ronda. All’esterno del muro è stata confermata la presenza di un fossato, con tracce di passaggio dell’acqua.
Ad una prima fase si riferisce il muro di cinta medievale, dotato inizialmente solo di un’apertura verso il torrente Cherasca, con un piano di calpestio che pare non più conservato. Attualmente il muro è visibile nel sondaggio per una larghezza di 1,40 m, ma la sua ampiezza verrà messa in luce con il proseguimento delle indagini archeologiche. Successivamente è costruita una vera e propria porta, larga 1,60 m, realizzata probabilmente per potenziare le strutture difensive rispetto alla fase precedente, quando l’accesso alla città si limitava ad un semplice varco nelle mura difeso forse da elementi lignei. Gli scavi hanno portato alla scoperta anche di parte di un condotto fognario in uscita che scaricava nel fossato esterno alla cinta. Infine, ad una quota molto superficiale, l’acciottolato che doveva costituire il piano d’uso più recente collegabile alle strutture della porta, ancora utilizzate anche se parzialmente private del paramento in mattoni sul lato interno.
Sulla base dello scarse materiale ceramico a disposizione, utile per proporre una prima attribuzione cronologica delle strutture messe in luce, la costruzione del muro e della porta è riconducibile al XV secolo.
Quando l’indagine archeologica sarà conclusa, le strutture ritrovate, rilevate e documentate fotograficamente, verranno protette e ricoperte per garantirne la conservazione e ripristinare il piano viario che consente l’accesso al centro storico. Per valorizzare i ritrovamenti, Egea, in accordo con il Comune, valuterà  la possibilità di collocare nella zona pannelli esplicativi e fotografici, inseriti nell’ambito di quelli del circuito romano e medievale.

Ti potrebbero interessare anche

Ricevi le nostre ultime news

Iscriviti alla nostra newsletter

Richiedi abbonamento

Compila i campi per richiedere il tuo abbonamento alla rivista Servizi a Rete