Procedono in linea con i tempi previsti le opere infrastrutturali necessarie per accogliere nell’offshore la BW Singapore, la seconda Fsru (Floating storage and regasification unit) di Snam. Le opere sono in dirittura di arrivo: è stato infatti completato con successo nelle acque antistanti Ravenna l’installazione della seconda e ultima porzione di piattaforma (deck) dove si ormeggeranno la nave rigassificatrice e le navi gasiere che la riforniranno di gas naturale liquefatto.
In esercizio entro il primo trimestre 2025
La BW Singapore sarà in acque italiane entro la fine di quest’anno per poi entrare in esercizio entro la fine del primo trimestre del 2025. Una volta operativa, metterà a disposizione una capacità aggiuntiva di rigassificazione di cinque miliardi di metri cubi all’anno. Un volume pari al 40% della domanda gas complessiva italiana, in sintonia con gli obiettivi di diversificazione degli approvvigionamenti di combustibile, fissati due anni fa in seguito allo scoppio della guerra russo-ucraina.
La piattaforma
La piattaforma appena completata si estende su un’area di 54 x 48 metri, ha un peso di 2.800 tonnellate e ospita le strutture necessarie a controllare il flusso del gas, proveniente dal rigassificatore, e a indirizzarlo verso terra. La sua installazione, a opera di personale altamente specializzato, si è svolta in due fasi, la prima lo scorso ottobre e la seconda nella prima parte di novembre. Tutti i lavori sono stati eseguiti secondo rigorosi criteri di sostenibilità ambientale. Oltre 20 le realtà specializzate, tra le quali il Centro Interuniversitario di Biologia Marina (CIBM), tre centri universitari, quelli di Genova, Roma e Torino, più di 65 professionisti e 10 laboratori di analisi specialistiche ambientali sono stati coinvolti nei monitoraggi ambientali previsti dall’autorizzazione unica, che nel tratto onshore valutano oltre 70.000 parametri attraverso oltre 90 stazioni di monitoraggio, mentre in quello in mare i parametri considerati sono più di 20.000 attraverso oltre 200 stazioni di monitoraggio.
Le ultime opere
Entro fine anno saranno installati gli ultimi elementi di raccordo funzionale tra le varie porzioni della piattaforma e realizzate le saldature finali di collegamento tra il tratto di tubazione in acciaio, che corre sulla piattaforma, con quello sottomarino. Quest’ultimo è già stato posato e collegato con la porzione realizzata a terra che giunge fino al cosiddetto “Nodo” di Ravenna, punto di accesso del gas nella rete nazionale di trasporto.
I benefici per il territorio
Strategica per la sicurezza energetica del Paese, la realizzazione dell’infrastruttura sta portando notevoli vantaggi economici anche al territorio. Circa il 30% dell’investimento, che sfiora il miliardo di euro, è stato infatti assorbito da importanti realtà industriali del ravennate. Più di 240 fornitori coinvolti, dei quali più di 80 nella provincia di Ravenna e nella Regione Emilia-Romagna. Nella fase di picco dei lavori, inoltre, sono state impiegate fino a 1.200 persone. La cooperazione con tutti gli interlocutori del sistema porto e dei servizi collegati, infine, ha contribuito a massimizzare le positive ricadute occupazionali dell’impianto.
«Abbiamo tagliato un altro traguardo importante, un’operazione complessa che ci consentirà di rispettare i tempi fissati per questa infrastruttura, un tassello fondamentale per consolidare la sicurezza energetica del Paese e dell’Europa, anche a fronte della progressiva evoluzione dei flussi di gas – ha commentato l’amministratore delegato di Snam, Stefano Venier -. Il gnl copre ormai un quarto degli approvvigionamenti nazionali di gas, e con l’entrata in funzione della BW Singapore arriveremo a disporre di volumi pari a quelli che l’Italia riceveva dalla Russia nel 2021, consentendo al sistema un’ulteriore diversificazione».