Convegno di giovedì 18 maggio a Reggio Emilia
presso la sede di IREN in collaborazione con
L’attuazione del PNRR porta con sé l’esigenza di revisione degli impianti che da energivori dovranno presto trasformarsi in strumenti moderni con una più bassa richiesta di energia. L’obiettivo è arrivare entro il 2026 ad impianti che possano produrre la stessa energia impiegata per il loro funzionamento.
Durante l’incontro verrà eseguita una disamina dello stato dell’arte sia sui lavori in esecuzione sia sui progetti in preparazione che attraverso il nuovo codice degli appalti potrebbero trovare una più facile messa in atto.
Il trattamento dei fanghi, il rinnovato utilizzo delle acque di risulta con l’utilizzo in agricoltura, oltre che un risparmio porterà vantaggi all’economia che da lineare passa a circolare.
Case history di prestigiose realtà metteranno in risalto le possibilità in questo campo ed anche l’approccio ad una gestione fino a poco tempo fa ancora definita “futuribile”. I benefici del trituratore a monte del sistema di pre-trattamento proposto da Hera così come il revamping del reparto di disidratazione dei fanghi con soluzione combinata – suggerito sempre da Gruppo Hera – sono solo alcune delle formidabili soluzioni di cui verranno messi a fattor comune i progetti, le esecuzioni ed i benefici.
Nello svolgimento delle relazioni verrà posto l’accento sulle tecnologie e sulle relative potenzialità la cui buona conoscenza è necessaria per un corretto utilizzo di esse.
Gli interventi
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Francesco Fatone – Professore ordinario
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Daniele Renzi – Consulente PNRR Attraverso 4 precisi filoni di finanziamento, il PNRR ha indirizzato importanti risorse a supporto degli investimenti in corso da parte delle Water utilities:
Le Utilities si trovano quindi a gestire una fase di finanziamento unica nel suo genere corredata però da numerose criticità da affrontare e risolvere:
In questo percorso risulta pertanto importante un’attività di coordinamento interdisciplinare interna ed esterna (tra le varie Utilities, ARERA, Utilitalia e le Autorità d’Ambito) con una cabina di regia ministeriale da esigere col fine di rispettare le scadenze imposte e le performance qualitative indispensabili per raggiungere una vera Transizione Ecologica del Servizio Idrico Integrato italiano. |
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Alberto Simioni – Senior Manager, EY-Parthenon Il settore della gestione del servizio idrico e nello specifico della depurazione delle acque reflue richiede rilevanti interventi di ammodernamento per superare gli attuali gap infrastrutturali che ogni anno costano al sistema paese l’avvio di procedure di infrazione (e relative sanzioni) a causa del mancato rispetto delle direttive europee in materia di trattamento delle acque reflue. La soluzione del problema deve partire da una importante revisione dell’assetto impiantistico da un punto di vista “quantitativo” (numero di impianti) e “qualitativo” (tipologia, efficienza, etc.). Lo sviluppo di nuovi impianti va visto non solo come la soluzione al problema contingente, ma come un’abilitante fondamentale per avviare nel settore un vero approccio di economia circolare: infatti, gli impianti di depurazione sono il primo “cancello” al quale è già possibile integrare principi di economia circolare (recupero acque di risulta, produzione biometano, etc.). Al contempo è necessario avere un approccio “olistico” agli investimenti considerando le implicazioni sui segmenti successivi della catena del valore (gestione dei fanghi di depurazione), dove grazie all’innovazione tecnologica gli impianti possono permettere di massimizzare il valore degli “scarti” della filiera. |
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Roberto Belli – Responsabile Depurazione L’intervento descrive i progetti finanziati nell’ambito della Linea C del bando “rifiuti” del PNRR relativamente al trattamento dei fanghi di depurazione. Il focus è sul percorso che ha portato alla progettazione e candidatura degli interventi finanziati ovvero:
Verranno analizzati i flussi di recupero e smaltimento della risorsa Fanghi collocando le realizzazioni in oggetto nel contesto normativo e tecnologico attuale con particolare attenzione al recupero in agricoltura. Verranno anche descritti alcuni scenari possibili sull’incremento della qualità della risorsa Fango di depurazione e quali potrebbero essere gli sviluppi sul recupero delle nuove matrici derivate dai fanghi di depurazione. |
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Paolo Corbari – Managing Director, Vogelsang Italia Vogelsang Italia, leader nel pompaggio e nella triturazione per il settore, tra gli altri, del trattamento delle acque reflue, attraverso macchine e soluzioni innovative strizza l’occhio alla manutenzione predittiva e al risparmio energetico. Lo sviluppo di idee e prodotti è stata la forza motrice di un’azienda rimasta sempre giovane. In continuo aggiornamento con nuovi prodotti, tra i quali l’interessantissima pompa monovite “Hicone”, la direzione principale volge verso l’efficientamento e la gestione nei total life cycle cost. |
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Giovanni Vargiu – Responsabile settore Waste Nella città metropolitana di Milano, da diversi anni ormai, si stanno sviluppando numerosi casi concreti di simbiosi tra filiere di produzione all’interno dei servizi pubblici, principalmente tra servizio idrico integrato e gestione dei rifiuti, che stanno mettendo in luce la grande opportunità di sviluppo in termini di circolarità per i territori, garantendo costi efficienti per la comunità. La simbiosi industriale di infrastrutture già presenti e ben distribuite sul territorio, aventi capacità di trattamento residua, permette di velocizzare l’attuazione del Piano di Transizione Ecologica e di generare ulteriore valore per molteplici settori e nuovi attori. Nella Città Metropolitana di Milano gli impianti di depurazione si convertono in bioraffinerie: dalle sabbie alla cellulosa, dai biopolimeri e VFA (acidi grassi volatili), dallo zolfo al compost, passando per il biometano e l’energia solare, ma anche acqua e spazi adibiti ad orti urbani per le comunità. Verrà presentato nello specifico il caso del depuratore di Bresso-Niguarda dove viene prodotto e recuperato biometano. |
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Renzo Belletti – Coordinatore Impianti Fognari Depurativi Area Forlì Cesena, Gruppo HERA Il depuratore di Savignano sul Rubicone riceve una percentuale importante di reflui provenienti da insediamenti produttivi agroalimentari. Le caratteristiche del refluo in ingresso e la presenza di sedimenti nelle strutture di impianto esistenti, destinate al trattamento fanghi, hanno richiesto un Revamping che consentisse il miglioramento del processo anaerobico di trattamento fanghi e potesse ridurre i costi di esercizio, relativi ai fermi impianto, causati dai materiali grossolani presenti nei fanghi da trattare. Le attività, iniziate nel 2019 con l’installazione di una nuova grigliatura fine in testa impianto, sono poi proseguite con la bonifica di tutte le vasche della linea fanghi, la successiva installazione di trituratori e pompe fanghi e di un nuovo impianto di disidratazione con separatori centrifughi. Alla data odierna le attività previste sono quasi concluse e si sono già concretizzati i benefici auspicati. |
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Luca Santoprete – Responsabile Manutenzione Impianti Depurazione, IRETI L’impianto di Mancasale rappresenta il primo impianto in Emilia-Romagna per il trattamento terziario avanzato delle acque reflue destinate al riuso in agricoltura. Ogni anno a Mancasale vengono trattati circa 20 milioni di m3 di acque reflue di cui circa 7 milioni di m3 sono destinati all’agricoltura durante il periodo irriguo. Il depuratore oggi si è anche trasforma in PAD-Parco delle Acque Depurate, un parco ecoindustriale aperto a tutti dove coesistono attività lavorative e culturali. |