Convegno di venerdì 13 giugno
presso Castello San Vito a Somma Lombardo (VA)
L’efficientamento energetico degli impianti per la gestione dell’acqua è uno dei temi caldi di questi anni. Impianti meno energivori con prestazioni migliori sono un traguardo necessario per raggiungere quell’abbassamento di costi necessario. Grandi investimenti favoriscono un rinnovamento che porterà risultati nel futuro. Un futuro che tuttavia cambia costantemente e si ripropone con differenti impegni da affrontare.
Gli impianti che via via stiamo rendendo sempre più efficienti diventano oggi la confluenza (soprattutto per quanto riguarda i depuratori) di un’altra necessità: l’efficacia. L’attività umana cambia ed è necessario che l’efficacia del depuratore sia mantenuta al più alto livello seguendo le abitudini antropologiche. Una sempre maggiore quantità di antibiotici che troviamo nelle acque reflue è risultato di abitudini che dagli anni 80 ne hanno sempre più fatto ricorso, anche in maniera impropria. Gli allevamenti intensivi hanno aggravato la situazione.
Il problema si pone attraverso virus e patogeni resistenti agli antibiotici su cui il Ministero della Salute ha già avviato una campagna di sensibilizzazione tanto che l’acqua sia di adduzione sia di scarico sta diventando un paziente monitorato. Ancora più difficile diventa il rapporto con i consorzi e gli inviti al riuso di cui molti non nascondono le proprie diffidenze.
L’incontro ha lo scopo di portare alla ribalta le possibili soluzioni per la gestione corretta delle acque perché gli esperti in questo campo possano confrontarsi per scambiarsi opinioni e risultati. Impianti efficienti ed efficaci che tengano conto anche di questo aspetto sono non solo necessari, ma indispensabili per continuare a rivolgersi ai cittadini offrendo la qualità e la garanzia di sempre.
Gli interventi

Saluti istituzionali ed introduzione alla giornata
Marco Cavallin Amministratore Delegato Alfa


Clara Sette – Istituto superiore di Sanità
Luca Vitanza –Istituto superiore di Sanità
Il Decreto Legislativo 18/2023: rischio chimico,
microbiologico e virologico
Il D.Lgs. 18/2023 recepisce la Direttiva (UE) 2020/2184, rinnovando il quadro normativo relativo alla qualità delle acque destinate al consumo umano e introducendo un approccio innovativo e preventivo basato sull’analisi del rischio sito-specifica che coinvolge l’intera filiera idrica, dalla captazione al punto di utenza. In tale contesto, la valutazione e gestione dei rischi chimici, microbiologici e virologici assumono un ruolo prioritario nella tutela della salute pubblica.

Nuova direttiva sulle acque reflue urbane 2024/3019:
la sfida al 2045 per i depuratori europei
Daniele Renzi – Ceo Bioreal e CTO ALP Engineering
Il 2024 verrà ricordato come l’anno dall’emanazione della Nuova Direttiva Acque Reflue a 33 anni dalla Direttiva 91/271/CEE. La Nuova Direttiva richiederà sforzi importanti e strutture organizzate che vadano ad ovviare a: 1. migliore qualità allo scarico come parametri convenzionali ed emergenti (farmaceutici e cosmetici); 2. Energy Neutrality entro il 2045 a livello nazionale, 3. Sviluppo di Piani di Gestione Integrata per la gestione ottimale della rete fognaria. Le Water Utilities dovranno mettere in atto sin da subito strategie ed adeguamenti impiantistici rispondenti alle nuove esigenze legislative.

Esempio extra UE. Il quadro normativo svizzero:
punti salienti a quasi 10 anni dall’entrata in vigore
Paolo Foa – Resp. TBF+Partner AG Lugano
Dal 2016, la Svizzera ha introdotto l'obbligo di rimozione dei microinquinanti organici dalle acque reflue di origine civile. Si è trattata di una modifica legislativa indubbiamente epocale, frutto di una collaborazione fattiva tra tutte le istanze coinvolte: politica, amministrazione federale, amministrazioni cantonali, ricerca, studi di ingegneria, gestori degli impianti e fornitori di tecnologia.

L’esperienza Svizzera sul campo relativamente alla rimozione dei microinquinanti dalle acque reflue
Roger König – TBF+Partner AG Lugano
Entro il 2040, in Svizzera dovrà essere rimossa l’80% dei microinquinanti dalle acque reflue. Negli ultimi dieci anni, numerosi impianti sono stati ampliati con un quarto stadio di trattamento, basato principalmente su adsorbimento (carbone attivo) e ossidazione (ozono). Oltre 20 impianti a scala reale in esercizio offrono oggi indicazioni su costi operativi, affidabilità e potenziale di miglioramento.

Neutralità energetica sugli impianti di depurazione: i risultati
Prof. Gianni Andreottola – Università di Trento
La ricerca propone un modello di neutralità energetica a livello di bacino per gli impianti di depurazione urbani, fondato sullo schema Hub-and-Spoke e sulla diversione del carbonio. L’adozione di trattamenti avanzati in linea acque e fanghi riduce i consumi del 51 % negli impianti satellite e del 16 % nell’Hub. L’integrazione energetica con fotovoltaico, mini-idro e trattamento FORSU genera il 165 % del fabbisogno energetico del bacino, ben oltre la neutralità richiesta dalla Dir. UE 2024/3019.

Adeguamento tecnologico nei settori acque potabili e reflue
Giorgio Temporelli – Consulente scientifico
Stiamo attraversando un periodo ricco di novità e nuove regolamentazioni per il mondo del trattamento acque, provvedimenti che spaziano dalla qualità delle acque destinate al consumo umano, quindi sul piano sanitario, alla gestione delle acque reflue e della dissalazione, per una migliore tutela della risorsa idrica e dell’ambiente. L’utilizzo di tecnologie più avanzate sarà richiesto nel prossimo futuro per implementare le filiere di trattamento e consentire la rimozione di inquinanti emergenti.

Trattamento quaternario con ozono a Sant’Antonino Ticino: prospettive verso la nuova direttiva
Daniele Cecconet - Responsabile Ufficio Processo, fanghi ed economia circolare Acque Reflue Alfa
La Direttiva UE 2024/3019 pone numerose sfide ai gestori del servizio idrico integrato, tra cui l’attivazione di un trattamento quaternario per gli impianti che trattano un carico pari o superiore a 150.000 abitanti equivalenti. L’impianto di Sant’Antonino Ticino è già dotato di un trattamento quaternario con ozono, che lo pone all’avanguardia di fronte alla Nuova Direttiva Acque Reflue.

Clorocopertura dell’acqua potabile con monoclorammina
ad elevata purezza: un approccio innovativo
per la qualità dell’acqua potabile
Mauro Marchesini - Sales Manager Municipal & industrial market Sanipur
La monoclorammina è un disinfettante prodotto in situ utilizzato per la clorocopertura dell’acqua potabile da oltre un secolo: ad oggi, è impiegata da un numero crescente di acquedotti non solo in Canada e negli Stati Uniti, dove è stata originariamente introdotta, ma anche in Europa. Negli anni 2000, Sanipur ha sviluppato SANIKILL, una tecnologia brevettata per produzione e dosaggio di monoclorammina nelle reti di acqua potabile e calda sanitaria di grandi edifici al fine di eradicare patogeni acquicoli quali Legionella e Pseudomonas.
A partire dal 2020, la tecnologia SANIKILL è stata implementata per applicazioni acquedottistiche e introdotta da numerosi gestori italiani per migliorare le qualità chimiche, microbiologiche e organolettiche dell’acqua distribuita.
Nel 2023 il Gruppo Hera ha adottato SANIKILL in un’esperienza applicativa condotta nel comune di Grizzana Morandi per risolvere i problemi legati ad una condotta sovradimensionata e conseguentemente soggetta a lunghi tempi di permanenza: ciò determinava la formazione di biofilm e la comparsa di alterazioni delle qualità odorigene dell’acqua.
La monoclorammina è risultata particolarmente indicata poichè le caratteristiche infrastrutturali della rete, le elevate pressioni e la difficoltà di intercettazione di alcune utenze rendevano inapplicabile una strategia di bonifica shock con impiego di forti ossidanti ad alte concentrazioni. Stabile e selettiva, grazie al ridotto potere ossidante e alla limitata reattività, questa molecola è nota per la sua efficacia anche in presenza di biofilm, consentendo l’eliminazione di microrganismi planctonici e sessili e, al contempo, minimizzando la formazione di sottoprodotti di disinfezione (DBPs). Ciò ne ha consentito l’impiego a scopo correttivo a concentrazioni entro i limiti di potabilità (inizialmente 2 mg/l, in seguito 1,2-1,5 mg/l), senza richiedere interruzioni della fornitura idrica. L’approccio è risultato pienamente risolutivo rispetto alla problematica odorigena, confermando l’efficacia nei confronti del biofilm.
Inoltre, il monitoraggio analitico ha dato evidenza della stabilità della monoclorammina, il cui residuo alle utenze, a seguito di un iniziale periodo di condizionamento della rete, è risultato in media pari al 70% della concentrazione dosata, a fronte di un residuo inferiore al 20% con il precedente dosaggio di biossido di cloro. Ciò ha garantito anche la piena conformità dei parametri microbiologici: 0 UFC/100 ml per tutti gli indicatori attenzionati. Anche i DBPs monitorati sono risultati perfettamente sotto controllo: i più critici dal punto di vista tossicologico, nitriti e NDMA, si sono mantenuti sempre al di sotto dei limiti di rilevabilità (0,02 mg/l e 20 ng/l, rispettivamente).
Il gestore ha ritenuto l’esperienza soddisfacente al punto da decidere di introdurre il sistema SANIKILL in un sito a monte rispetto all’attuale punto di dosaggio, così da estendere la copertura garantita da questo trattamento ad un’area più vasta.

Ozono nei trattamenti terziari e quaternari con analisi del depuratore Zurigo Werdhölzli per rimozione dei microinquinanti con ossidazione avanzata
Lorenzo Gomarasca – Product manager Xylem
L’ozono è una tecnologia efficace per rimuovere microinquinanti emergenti dalle acque reflue. Il caso studio dell’impianto ARA Werdhölzli (Zurigo) dimostra la fattibilità dell’integrazione in linee esistenti con efficienze superiori all’80%. Il processo è gestito tramite sistemi di controllo avanzati ed è conforme alle direttive UE sul trattamento terziario dal 2019.

Filtri mobili a carbone attivo:
la soluzione efficace per PFAS e POP
Alessandro Valentini - Technical Sales Manager Desotec
I composti perfluoroalchilici (PFAS) e i contaminanti organici persistenti (POP) rappresentano una minaccia significativa per l'ambiente e la salute umana a causa della loro resistenza alla degradazione e della loro capacità di accumularsi negli organismi viventi. La rimozione efficace di questi contaminanti dalle acque reflue e potabili è diventata una priorità per molte comunità e industrie.
I filtri mobili a carbone attivo emergono come una soluzione efficace per affrontare questa sfida. I sistemi di filtrazione utilizzano carbone attivo, noto per la sua elevata capacità di adsorbimento, per catturare e rimuovere PFAS e POP dall'acqua. La mobilità dei filtri consente un'implementazione flessibile e rapida in diverse situazioni.
Un aspetto cruciale di questa tecnologia è la possibilità di riattivare il carbone attivo nelle fornaci, permettendo così il suo riutilizzo e garantendo una gestione sostenibile dei rifiuti. Questo processo di riattivazione non solo prolunga la vita utile del carbone attivo, ma assicura anche che i PFAS e i POP catturati vengano distrutti, impedendo il loro ritorno nel ciclo naturale.
La presentazione esplorerà i principi di funzionamento dei filtri mobili a carbone attivo, evidenziando i vantaggi rispetto ad altre tecnologie di trattamento. Verranno discussi casi di studio reali che dimostrano l'efficacia di questi sistemi nella rimozione di PFAS e POP.
In conclusione, i filtri mobili a carbone attivo rappresentano una soluzione versatile e potente per la gestione dei contaminanti emergenti, contribuendo a proteggere l'ambiente e la salute pubblica. La continua ricerca e sviluppo in questo campo promette ulteriori miglioramenti nella capacità di trattamento e nella sostenibilità dei sistemi di filtrazione.