Ammonta a circa 12 milioni di euro la somma che Acquedotto pugliese ha annunciato di spendere per il solo territorio di Lucera nei prossimi anni, nell’ambito di un piano di interventi che per tutta la Capitanata prevede investimenti per 167 milioni.L’ente barese ha reso noto un elenco di interventi che riguardano distribuzione idrica, fognatura e depurazione, con particolare attenzione anche alla ricerca di perdite e al risanamento delle reti. In particolare per Lucera si concentreranno cinque progetti, alcuni dei quali anche avviati o almeno appaltati:
- sostituzione della condotta discendente tra il serbatoio di Casone Romano e l’abitato di Lucera (700 mila euro)
- sostituzione di tratti di condotta della diramazione primaria per la Capitanata 3° tronco 3^ tratta dal pozzetto di presa per Lucera alla ex SS160 Lucera-San Severo per circa 6,6 km (4 milioni e 900 mila euro)
- estendimento della rete fognaria a servizio dell’abitato di Lucera (1 milioni e 700 mila euro)
- potenziamento dell’impianto di depurazione di Lucera “B” Valle Crusca (2 milioni e 800 mila euro)
- adeguamento funzionale dell’Impianto di Depurazione di Lucera 1 (1 milione e 800 mila euro).
Anche sui Monti Dauni sono previsti miglioramenti considerevoli, primo fra tutti ripristino funzionale dei due rami idrici “Schema Molisano Destro – Ramo Settentrionale” (Alberona, Biccari, Roseto Valfortore, Castelluccio Valmaggiore, Celle di San Vito e Faeto) per 25 milioni di euro. Tuttavia i cittadini di Lucera rischiano di dover pagare di tasca propria i 600 mila euro (e quindi per circa 20 euro a persona) stabiliti da un’ordinanza del giudice e riguardante i lavori sulla condotta idrica a contrada Ripatetta, il cui cedimento a marzo 2011 lasciò la città per cinque giorni senza acqua. E’ lo stesso Acquedotto pugliese a ipotizzarlo nell’ultimo ricorso presentato al tribunale, lamentando il mancato adempimento delle disposizioni impartite appositamente alla Bio Ecoagrim, visto che il giudice Filomena Mari aveva attribuito all’azienda della famiglia Montagano la responsabilità dell’accaduto, disponendo di provvedere a sue spese allo spostamento con estrema urgenza del tronco idrico a causa dell’elevato rischio igienico-ambientale derivato dalla collinetta di terreno e rifiuti che ha provocato il disastro.
“C’è la necessità di evitare che gli elevati costi dell’intervento ordinato – è scritto nella richiesta al giudice – vengano imputati direttamente sulla tariffa pubblica del servizio idrico integrato e sul capitale interamente pubblico di Acquedotto pugliese, con conseguente ingiustificato aggravio a carico dell’utenza locale”.
In altre parole, se non paga la Bio Ecoagrim saranno i lucerini a dover provvedere per una situazione che ancora oggi sta mettendo a rischio la salubrità dell’acqua di tutti, senza il benchè minimo dibattito politico su una vicenda chiaramente ambientale.