L’acquedotto regionale di Pula è situato nella parte meridionale della penisola di Istria. Fin dalla sua fondazione nel 1860, avvenuta durante l’impero Austro-Ungarico, la zona è sempre stata caratterizzata da una penuria di acqua potabile.
Durante questo periodo la politica in materia di approvvigionamento idrico era di scavare e poi perforare pozzi.
Nei primi anni cinquanta del Novecento, l’acquedotto di Pula acquistò il primo strumento elettro-acustico per la ricerca delle perdite d’acqua (geofono) e formò il personale al suo impiego in campo.
Negli anni settanta, lo sviluppo della rete idrica nelle aree rurali e l’industrializzazione della città di Pula aumentarono il fabbisogno di acqua e di conseguenza i problemi relativi alla penuria idrica, soprattutto durante il periodo estivo.
L’insoddisfazione della popolazione, accentuata dalla pressione dei media locali, spinsero l’acquedotto ad investire nella gestione e ricerca delle perdite d’acqua, così nel 2005 fu creato il Dipartimento di Ricerca Perdite.
Dal 35% di perdite registrate nel 2004, pari a 3’800’000 m3, si è arrivati all’attuale 17% pari a 1’500’000 m3.
Gli investimenti eseguiti nella strumentazione per il monitoraggio della rete idrica e la creazione di distretti virtuali, con particolare enfasi sulla città di Pula, hanno dato velocemente degli ottimi risultati in termini di riduzione delle perdite. A Pula era infatti concentrato il 70% delle perdite di tutto l’acquedotto.
In parallello agli investimenti nella strumentazione, sono state digitalizzate le cartografie dell’acquedotto in GIS, ed è stato adottato un applicativo per la gestione delle anomalie ed il monitoraggio delle perdite, il quale tramite un sistema di allarmi permette un rapido intervento in caso di problemi.