Con una crescita costante nel tempo, coniugata a elevati standard di qualità, sostenibilità ambientale e attenzione alle esigenze del territorio, Brescia si è conquistata la leadership italiana nel campo del teleriscaldamento.
Una leadership nella diffusione della tecnologia consolidata, come mostrano i dati relativi alla volumetria degli edifici allacciati, che ha superato quota 42 milioni di m3, con oltre 200 m3 di volume riscaldato per abitante, e un’estensione complessiva di oltre 650 km di doppia tubazione che copre il fabbisogno del 70% della città.
I primi passi ufficiali per dotare la città del servizio furono mossi nel 1971 dal Comune di Brescia, con un proprio atto formale di indirizzo all’allora Asm, mentre il progetto divenne operativo l’anno successivo. La lungimiranza delle scelte, unita alla positiva accoglienza da parte della cittadinanza, favorì negli anni il veloce sviluppo del sistema, reso possibile dapprima attraverso i potenziamenti della centrale Lamarmora e successivamente con l’entrata in funzione del termovalorizzatore.
Al calore recuperato dal termovalorizzatore e dalla centrale di cogenerazione ad alto rendimento Lamarmora, oltre all’erogazione in caso di back-up da parte della centrale Nord, dallo scorso ottobre, grazie al progetto “Calore in rete”, si aggiunge quello recuperato dall’acciaieria Ori Martin, altrimenti disperso nell’ambiente.
Il progetto “Calore in rete” rappresenta infatti un’ulteriore spinta al consolidamento della leadership di A2A Calore & Servizi non solo in termini di volumi di calore erogato, ma anche e soprattutto di innovazione tecnologica, efficienza energetica e qualità ambientale.
Il sistema di teleriscaldamento evita ogni anno l’emissione in atmosfera di oltre 400.000 tonnellate di CO2 e il consumo di oltre 150.000 tonnellate equivalenti di petrolio.