L’ambito fognario depurativo è normalmente poco conosciuto, nascosto, eppure racchiude una delle fasi più affascinanti, complesse e virtuose del servizio idrico integrato: il trattamento delle acque reflue ad opera di microrganismi e la successiva restituzione all’ambiente.
Questo ambito sta assumendo sempre più un ruolo da protagonista: il riuso delle acque reflue, ad esempio, è una delle strade che la Comunità Europea ha individuato per fronteggiare gli effetti dei cambiamenti climatici e che la Direzione Acqua del Gruppo Hera già da diversi anni sta perseguendo in via sperimentale.
Per iniziare a diffondere queste prerogative della depurazione, condividere i saperi e superare i paradigmi, si è fatto ricorso all’arte, strumento comunicativo per eccellenza, e alle infrastrutture più comuni e capillari tra quelle gestite: i chiusini di ispezione fognaria. In particolare, sono state realizzate botole a tiratura limitata, con una grafica distintiva e unica, volta a celebrare il valore dell’acqua e ad enfatizzare, per l’appunto, l’ambito depurativo. Così la necessità di sostituzione dei chiusini all’interno di uno dei principali parchi urbani della città di Bologna, i Giardini Margherita, si è trasformata anche in una campagna comunicativa atipica e permanente di sensibilizzazione sull’importanza della risorsa acqua. Inoltre, la scelta di utilizzare chiusini in ghisa sferoidale, pienamente rispondenti ai requisiti tecnici di qualità-sicurezza, e con almeno il 90% di materiale proveniente da riciclo e potenzialmente riciclabile è in linea con i criteri di approvvigionamento del gruppo e con il messaggio di circolarità e sostenibilità che si vuole trasmettere.
Le botole d’autore, sfruttando la potenza evocativa dell’estetica, assumono una funzione più elevata: non sono più solamente un accesso tecnico di ispezione, ma anche un nuovo strumento che il Gestore può utilizzare per diffondere e condividere la cultura dell’acqua, per responsabilizzare i singoli e le comunità ad adottare comportamenti virtuosi e quindi, perché no, per cambiare le città anche attraverso la bellezza.