Biometano da acque reflue: anche Seat ci crede


Dopo FCA, che con la Fiat Panda ha avviato la sperimentazione della produzione di biometano per autotrazione dalla depurazione delle acque reflue con il Gruppo Cap, anche gli spagnoli di Seat hanno annunciato un progetto analogo. Il partner scelto in questo caso è Aqualia, uno dei principali gestori spagnoli del servizio idrico.
Secondo i tecnici dell’azienda catalana del gruppo Volkswagen, l’impiego di questo tipo di biometano permette un risparmio delle emissioni di CO2 dell’80% rispetto a quelle generate dalla stessa vettura alimentata con benzina.
Il procedimento complesso che interessa gli scarti fognari prevede la separazione dell’acqua dai fanghi e la loro decantazione in vasche, per effettuare il recupero dei gas nocivi prodotti dalla fermentazione dei contenuti organici e inorganici. L’acqua sporca e inquinante può così essere depurata per essere reimmessa nel normale ciclo di utilizzo, ma anche trasformarsi in una risorsa per la produzione di gas da autotrazione. Dopo un processo di purificazione e arricchimento, infatti, il biogas così ottenuto può essere tranquillamente utilizzato come carburante.
Seat ha calcolato che una vettura a metano può percorrere sino a 5 milioni di chilometri con il biogas prodotto in un anno da un impianto di trattamento che lavora l’acqua di scarto di un paese di 50.000 abitanti: una distanza pari a 100 volte il giro del mondo o a sei volte il viaggio di andata e ritorno dalla Terra alla Luna.
Al momento Seat produce quattro modelli che possono già essere alimentati con biometano: la Leon TGI, la familiare Leon ST TGI, Leon ST Ecofuel e la city car Seat Mii Ecofuel. Vetture che, per le loro sostenibilità, non sono soggette a molte delle limitazioni sul traffico vigenti in numerose città europee, a cominciare da Madrid e Parigi.

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