Ha avuto luogo lo scorso 4 novembre, alla presenza del Ministro dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica, Gilberto Pichetto Frattin; del Viceministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Galeazzo Bignami; del Direttore Ambiente, Energia e Territorio della Regione Piemonte, Stefania Crotta; del Presidente ATO3 Torinese, Loredana Devietti Goggia; del Consigliere delegato della Città Metropolitana di Torino, Pasquale Mazza e dell’Assessore al Bilancio e Società Partecipate della Città di Torino, Gabriella Nardelli, accompagnati dal Sindaco di Locana, Mauro Peruzzo Cornetto, dal Presidente Utilitalia, Filippo Brandolini, e dai vertici SMAT, la visita al cantiere di Locana.
Qui, con tre mesi di anticipo, sono partiti i lavori di costruzione del potabilizzatore dell’acquedotto che, una volta ultimato, erogherà acqua di alta montagna direttamente a 43 Comuni.
Il progetto, la cui conclusione è prevista entro novembre 2025, si articolerà in 3 lotti.
- Il primo riguarderà la costruzione del potabilizzatore da 800 l/sec nel comune di Locana. L’impianto tratterà l’acqua prelevata a Rosone, dal torrente Piantonetto, utilizzando l’invaso del Teleccio, a 1900 m di quota, e la convoglierà a valle per la distribuzione.
- Gli altri due lotti, invece, porteranno alla realizzazione delle condotte di grande adduzione (55 km complessivi per il secondo e 74 km il terzo, per un totale di 129 km) e alla loro connessione con le reti comunali, per una lunghezza complessiva di 140 km di condotte. Data l’intenzione di ridurre al minimo l’impatto paesaggistico causato dalle opere fuori terra, l’impianto sarà per il 70% interrato, la parte visibile sarà ricoperta da paramenti in pietra e i tetti saranno in lose.
L’obiettivo è la messa in sicurezza, anche in periodi di crisi, dell’approvvigionamento idrico dei Comuni situati nella Valle dell’Orco, Eporediese, Canavese e Caludese, utilizzando l’acqua di alta qualità del Gran Paradiso, raccolta negli invasi dell’Agnel, di Ceresole, Eugio, Serrù e Teleccio, con una capacità complessiva di 84 milioni di metri cubi. Acqua che, finora, è sempre stata usata quasi esclusivamente per far funzionare le centrali idroelettriche, mentre in futuro sarà compatibile con tre utilizzi: l’idropotabile, la produzione energetica e l’idro-agricolo.
Per la realizzazione dell’opera è stato preventivato un investimento complessivo di 254,5 milioni di euro. Tale cifra sarà finanziata da fondi del PNRR dell’Unione Europea, per un importo di € 93.000.000,00, e dal Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti (MIT) nell’ambito del “Fondo per l’avvio delle opere indifferibili” per € 36.352.800,00.
Sarà notevole anche l’impatto economico sul territorio dell’investimento sostenuto da SMAT. Secondo le previsioni, infatti, l’avvio delle opere porterà alla creazione di un migliaio di posti di lavoro, sia per ciò che riguarda la fase realizzativa che per la successiva gestione dell’impianto.
“L’affidamento lavori si è concluso in largo anticipo sulla programmazione approvata dal Ministero ed ha permesso di avviare con celerità i lavori. – ha affermato Paolo Romano, Presidente di SMAT – L’infrastruttura rappresenterà un’efficace soluzione tecnica per contrastare gli effetti dei cambiamenti climatici ed assicurare, anche nei periodi di elevata siccità, un’adeguata fornitura di acqua ai cittadini dei Comuni del Canavese e dell’Eporediese”.