06/04/2018

Avviata la consultazione pubblica per il gasdotto tra Malta e Italia

Procede l’iter del progetto per la realizzazione del gasdotto tra Malta e Italia. Il governo maltese, come previsto dal regolamento Ten-E per i progetti di interesse comune dell’Unione europea, ha avviato la fase di consultazione pubblica per l’opera, consultazione che interessa sia Malta sia l’Italia, nell’ambito della procedura di autorizzazione preventiva.
Un ulteriore passo verso la sua traduzione in pratica dopo che, lo scorso gennaio, l’opera aveva ottenuto 3,7 milioni di euro di fondi Cef (Connecting Europe Facility), il pacchetto di fondi dell’Unione europea destinati ai progetti infrastrutturali destinati a collegare i territori europei, per gli studi di impatto ambientale e sociale (Esia) e per la preparazione delle gare Epc (Engineering, procurement & construction, ovvero appalto per l’individuazione del fornitore che si occuperà sia dell’ingegnerizzazione sia della fornitura dei materia sia della costruzione).
Opera che prevede la costruzione di un gasdotto con capacità bidirezionale di 232.000 mc/ora (circa 2 miliardi di mc l’anno) e della lunghezza di 159 chilometri, che avrà i suoi terminali a Gela, in Sicilia, e nella penisola di Delimara, nel sud-est di Malta. Il tratto in terra si estenderà per circa 7,1 km in Sicilia (tra il terminale e il punto di approdo) e per 700 metri nella penisola di Delimara, mentre dei 151 km del percorso offshore, 63 km saranno all’interno delle acque territoriali italiane e 28 km tra il limite territoriale italiano e la linea mediana tra Italia e Malta. La profondità massima raggiunta dalla condotta, conDn 22”, sarà di 158 metri sotto il livello del mare.
Nel territorio di Gela, inoltre, sarà costruita una stazione terminale su una superficie di 4.390 metri quadri, che collegherà il gasdotto alla rete di Snam rete gas, tre stazioni per le valvole di blocco di 210 metri quadri lungo il percorso a terra e un gasdotto interrato, sempre da Dn 22”, tra la stazione terminale e il litorale.
Il documento di consultazione redatto dal ministero dell’Energia maltese, sottolinea che l’infrastruttura «contribuirà all’integrazione del mercato interno dell’energia» europeo e, grazie alla possibilità di invertire il flusso, «alla diversificazione delle controparti, fonti e percorsi alternativi d’importazione».
Per quanto riguarda la rotta, il corridoio ipotizzato, largo 1,2 km è stato scelto evitando le interferenze con caratteristiche dei fondali marini e potenziali pericoli, limitando anche le zone di ancoraggio sul versante siciliano e le aree di acquacoltura e bunkeraggio sul lato maltese.

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