10/12/2019
Servizi a Rete

Avanza la copertura a banda ultralarga, ma lentamente

Lo sviluppo delle reti a banda ultralarga procede in Italia, ma lentamente. È quanto si evince dagli ultimi dati raccolti da Infratel, la società in-house del ministero dello Sviluppo economico e soggetto attuatore dei Piani Banda Larga e Ultralarga del Governo. Dati che mostrano da un lato i notevoli progressi fatti nel nostro Paese negli ultimi anni, ma anche i ritardi che la Penisola sconta nel settore.

Progressi stimolati in particolare da Open Fiber con il suo piano di investimento nello sviluppo della rete in modalità Ftth (Fiber to the home) in 271 città e dall’intervento pubblico di copertura delle Aree Bianche, anche questo messo in opera da Open Fiber che si è aggiudicata tutti e 3 i bandi Infratel per la copertura di tali aree.

Il primo punta a portare la banda ultralarga in oltre 19 milioni di unità immobiliari. Con un investimento totale di circa 6,5 miliardi di euro dei quali 1,4 miliardi di fondi pubblici, ha stimolato ulteriori investimenti, soprattutto per la copertura con tecnologie Fttc (Fiber to the cabinet) e in parte minore per la copertura Ftth di alcune città italiane, che hanno dato un’accelerazione al processo di infrastrutturazione.  

Accelerazione che però non pare sufficiente a raggiungere gli obiettivi europei di copertura. L’UE richiede entro il 2020 la copertura del 100% delle unità immobiliari con connessione a 30Mb/s ed entro il 2025 il 100% delle unità immobiliari con reti ad altissima capacità (reti integralmente in fibra o equivalenti, in grado di erogare almeno 100 Mb/s, upgradabili a velocità Gigabit). Proiettando i dati attuali e la loro possibile evoluzione al 2025, infatti, si riscontra che al 2020 la copertura a 30 Mb/s dovrebbe raggiungere circa il 90-95% delle unità immobiliari, mentre quella con reti ad altissima capacità circa il 20-25% delle abitazioni. Di conseguenza, la prima probabilmente sarà completata entro il 2022-2023, con un possibile piccolo sforo, mentre la seconda nello stesso anno target probabilmente raggiungerà il 60-70% delle unità immobiliari, quindi in pesante ritardo sull’obiettivo.

Non migliore la situazione per quanto riguarda l’adozione di tali servizi da parte degli utenti. Guardando al tasso di penetrazione delle diverse tecnologie, elaborato a partire dalle informazioni desumibili dal Rapporto Desi 2019, l’Indice di digitalizzazione dell’economia e della società con il quale la Commissione europea monitora la competitività digitale degli Stati membri, si osserva che il take up attualmente raggiunto sulle reti Nga (Next generation access, che include le tecnologie Ftth, Fttb, cable Docsis 3.0 e Vdsl) è prossimo al 25% della copertura, mentre quello relativo alle reti Ftth è di poco superiore al 10% della copertura nazionale. Anche qui in ritardo sugli obiettivi: nel 2020 solo il 20% dei clienti nazionali disporrà di servizi ad almeno 100 Mb/s, a fronte di un target del 50%. In entrambi i casi, dunque, il divario da colmare resta importante.

Quanto evidenziato richiama l’esigenza di non interrompere il processo messo a punto con la strategia italiana per la banda ultralarga, che prevede il completamento della copertura nazionale per garantire un “salto di qualità” anche nelle Aree Grigie e l’utilizzo di Voucher per stimolare l’adozione dei servizi da parte di famiglie e imprese.

Dei circa 6 miliardi previsti in totale per l’attuazione della strategia al momento ne sono stati impegnati circa 1,4 per la copertura delle Aree Bianche e il Cipe ha già previsto l’utilizzo di 1,3 miliardi per l’erogazione di Voucher per il 2020 e il 2021 (manca però il decreto attuativo). Altre risorse sono destinate alla copertura delle Aree Grigie, per le quali deve però ancora essere notificato alla Commissione europea il progetto di intervento, ancora non definito nei dettagli.

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