L’obiettivo principale dell’intervento è stato quello di ampliare le reti a servizio dell’abitato di Gagliano del Capo (LE) e delle sue frazioni di Arigliano e San Dana nella prospettiva di incremento dell’indice di copertura nel servizio idrico e fognario negli agglomerati oggetto di contenzioso comunitario 2014/2059 (art.3 Direttiva 91/271).
In particolare, sono stati eseguiti nuovi tronchi idrici per garantire la risorsa idrica in zone attualmente non servite e per migliorare il funzionamento della rete esistente attraverso la realizzazione di chiusure ad anello, e fognaria, condotte elementari di completamento. Con gli interventi in progetto si sono realizzati per la rete idrica circa 6.350 m mentre per la rete fognaria circa 8.590 m.
Durante l’esecuzione dei lavori nella frazione di San Dana (tronco fognario RF77 di via Kennedy), è emerso il rinvenimento di una cavità ipogeica artificiale riferibile ad un frantoio interamente ricavato nel banco di roccia calcarenitica.
E’ stato quindi necessario informare tempestivamente la Soprintendenza ABAP per le Provincie di Brindisi e Lecce che ha richiesto in prima battuta di effettuare approfondimenti con indagini geofisiche (effettuate con tecnica Georadar) al fine di individuare meglio il perimetro del “frantoio ipogeo”; successivamente a seguito del sopralluogo, alla presenza dell’amministrazione comunale e del Funzionario Archeologo della Soprintendenza ABAP, si è convenuto di procedere con un rilievo laser scanner 3D per avere una precisa definizione dell’effettivo ingombro del “frantoio ipogeo” e delle sue ramificazioni sotterranee al fine di permettere alla Soprintendenza Archeologica una più attenta valutazione del contesto e della sua importanza storica e valutare l’effettiva fattibilità di quanto previsto in progetto.
Al fine di scongiurare l’eventuale pericolo di sprofondamento/crollo della volta del “frantoio ipogeo”, è stata avviata tramite il Comune di Gagliano del Capo, la prevista procedura di catalogazione e definizione del “grado di pericolosità geologica” associato alla presenza della cavità rinvenuta, interessando anche l’Autorità di Bacino Distrettuale dell’Appennino Meridionale. Si è pertanto definitivamente accertata l’impossibilità di eseguire i lavori secondo le previsioni progettuali individuando una soluzione tecnica atta a realizzare le opere in progetto con una configurazione non interferente con la cavità rinvenuta, atteso che parte dei tronchi situati a monte del ritrovamento risultavano già eseguiti.
Si è proceduto quindi allo studio della soluzione tecnica più appropriata per il superamento della citata interferenza senza alterarne la sua staticità, ipotizzando una soluzione di passaggio al di sotto della stessa da realizzare mediante trivellazione controllata. Al fine di confermare la fattibilità della soluzione tecnica ipotizzata, si sono eseguiti ulteriori approfondimenti tecnici consistenti in:
- carotaggi fino ad una profondità di 15 m;
- successive video ispezioni;
- indagini geoelettriche;
i relativi report hanno scongiurato la presenza di ulteriori cavità lungo la traccia (planimetrica ed altimetrica) dei tronchi fognari ipotizzati per il superamento dell’interferenza, da eseguire mediante tecnologia no-dig denominata T.O.C. (Trivellazione Orizzontale Controllata).
Si è pertanto proceduto alla stesura degli elaborati progettuali prevedendo la posa, ad una profondità di circa 1m al di sotto della pavimentazione della cavità, di un controtubo di protezione DN315 e di una interna tubazione fognaria DN225, entrambe in polietilene, con l’inserimento all’estremità di valle di un pozzetto di ispezione in c.a. per la verifica di eventuali perdite dalla tubazione fognaria.
Detta soluzione progettuale è stata condivisa con la Soprintendenza ABAP e con l’Autorità di Bacino Distrettuale dell’Appenino Meridionale, unitamente a tutti i report delle indagini svolte.
La soluzione progettuale della T.O.C., utilizzata per il superamento dell’interferenza con il “frantoio ipogeo” in corrispondenza dell’incrocio stradale ove esso è ubicato, ha consentito la realizzazione dei tronchi fognari previsti su via Campurra per una lunghezza di circa 30 m e su via Corsano per circa 60 m la cui quota altimetrica di passaggio è risultata più approfondita rispetto a quanto previsto nel progetto originario, con conseguenti ripercussioni sui tronchi fognari ubicati a valle della cavità dove è stato necessario approfondire/raccordare le relative livellette.
I lavori appaltati all’impresa FALP Costruzioni S.r.l. sono stati eseguiti dalla ditta Dicosola S.r.l. Con la stessa tecnica No-Dig (ovvero senza scavo a cielo aperto) sono stati eseguiti anche gli attraversamenti della Strada Statale 275 e del tratto Ferrovie del Sud Est.