Valorizzare le proprie attività nel settore della vendita del gas e rafforzare e consolidare la presenza in quello della distribuzione, anche attraverso una o più partnership strategiche. È il piano al quale sta lavorando Ascopiave, attiva nella distribuzione gas in 90 comuni veneti, che guarda a potenziali alleanze per garantirsi un futuro di stabilità dal punto di vista finanziario, assicurare un adeguato flusso di dividendi ai comuni soci e un servizio sempre migliore agli utenti.
Potenziale alleato della multiutility potrebbe essere Italgas, dando vita così a una realtà locale dal valore superiore al miliardo di euro. La riorganizzazione potrebbe incrementare il margine operativo loro (Mol) annuo da 15 a 20 milioni di euro, aumentando anche i margini legati alle attività regolate dal 50% all’80%.
La strategia alla quale si lavora prevede l’uscita dalla vendita diretta di energia elettrica e gas, dove il gruppo con circa 700.000 clienti non ha la dimensione critica sufficiente per affrontare le crescenti sfide del mercato, a partire dalla completa liberalizzazione del mercato dal 2020. L’idea è dunque di focalizzarsi sulla distribuzione gas, settore più regolato e quindi più sicuro, caratterizzato da rendimenti importanti.
In linea con tale strategia, il gruppo per il business della vendita retail, attualmente valutato sui 400-450 milioni di euro, privilegerà le offerte che prevedono uno scambio con asset della distribuzione gas, se possibile attigui al territorio veneto. Secondo indiscrezioni, a tal proposito Edison avrebbe già fatto pervenire una proposta informale di swap, con conguaglio cash, tra i clienti Ascopiave e Infrastrutture Distribuzione Gas, che ha reti in Veneto, Umbria e Lazio. Questa, al momento, appare la strada maestra ma è logico che in questa fase vengano sondati, seppur in modo informale, tutti i potenziali partner. Tra questi, ad esempio, la toscana Estra, che potrebbe mettere sul piatto reti in Centro Italia, ma anche altre multiutility come Hera, Iren e A2A. Ascopiave, in ogni caso, prevede di mantenere una quota di minoranza sul segmento retail anche perché difficilmente si potranno individuare reti gas da scambiare di pari valore.
E qui entra in gioco l’ipotesi Italgas. La liquidità generata dalla vendita potrebbe infatti essere utilizzata per chiudere un’alleanza con Italgas a livello delle reti, con reciproco scambio di azioni, generando un soggetto in grado di agire su scala maggiore. Ascopiave cederebbe una quota di minoranza delle proprie reti che hanno una Rab (il valore del capitale investito netto ai fini regolatori) di circa 460 milioni, a Italgas, che a sua volta scorporerebbe gli asset detenuti in Veneto (Rab stimata di 650 milioni) inserendoli in una nuova società, vendendone una minoranza ad Ascopiave. Una simile operazione genererebbe oltre 1 miliardo di Rab, consentendo di generare sinergie per entrambi gli operatori con Ascopiave leader sul territorio affiancato ad Italgas con il suo ruolo di leader italiano.