18/05/2022
Servizi a Rete

ARERA: in consultazione i Piani di sviluppo delle reti di trasporto gas

L’Autorità di Regolazione per Energia Reti e Ambiente (ARERA) ha dato il via alla consultazione dei piani decennali di sviluppo della rete di trasporto del gas. La consultazione riguarda i progetti del decennio 2022-2030, che vengono sottoposti alla consultazione degli utenti dell’infrastruttura e di tutti i soggetti interessati, che potranno far pervenire le loro osservazioni all’Autorità entro il prossimo 31 maggio.

I documenti sono stati presentati da 9 gestori del servizio di trasporto. Il principale è chiaramente quello di Snam, elaborato però prima della crisi del gas e dello scoppio del conflitto in Ucraina, che prevede investimenti in totale per 12 miliardi di euro, in linea con il piano precedente. Di questi 2,2 miliardi sono destinati a progetti di sviluppo, che includono sia la realizzazione di nuove infrastrutture sia il potenziamento di quelle esistenti. Opere che hanno un impatto doretto sulla capacità di trasporto o che migliorano il servizio con la riduzione delle emissioni o con il coupling con il sistema elettrico.
 

La linea Adriatica

Tra i progetti più rilevanti messi a punto da Snam c’è la Linea Adriatica, che permetterà di rendere disponibile nuova capacità di trasporto per circa 24 MSm3/g dai punti di entrata da Sud. Il progetto comprende:

  • la costruzione di circa 430 km di nuova linea di diametro DN1200 lungo la direttrice Sud – Nord
  • il potenziamento dell’impianto di compressione di Sulmona per circa 33 MW

Lo sviluppo della Linea Adriatica è funzionale al trasporto di quantitativi di gas provenienti da eventuali nuove iniziative di approvvigionamento dalla Sicilia e dal medio Adriatico, per garantire una maggiore diversificazione delle fonti. Il suo completamento è previsto al 2034 con un investimento complessivo di 2,39 miliardi, dei quali 513 milioni inclusi nel Piano.
 

I potenziamenti al Sud

Rilevanti anche i progetti, anche questi fuori Piano, di potenziamenti a Sud per un totale di oltre 4,8 miliardi. Si tratta della realizzazione di una serie di metanodotti e impianti lungo la direttrice Sud – Nord. Tali infrastrutture sono funzionali a garantire nuova capacità di trasporto in entrata da un eventuale nuovo punto di entrata da Sud relativo a nuovi progetti di importazione o per il GNL. Per quanto riguarda quest’ultimo, si parla per esempio del rilancio del rigassificatore di Enel a Porto Empedocle, in provincia di Agrigento, da 8 miliardi di mc e un miliardo di spesa e di quello Sorgenia e Iren da 12 miliardi di mc a Gioa Tauro, in provincia di Reggio Calabria.
 

Altri progetti

Il piano Snam prevede anche opere di potenziamento per le importazioni da Nord – Est per 827 milioni. A queste si aggiungono altri progetti, come, per citare i più rilevanti, la realizzazione dell’interconnessione con Malta, un’opera da 8 miliardi di euro. La conversione delle centrali a dual fuel, ovvero in centrali ibride dove la compressione del gas può essere effettuata oltre che con mediante turbine a gas anche con motori elettrici, con un investimento di 881 milioni per il periodo 2024-2030. La virtual pipeline Sardegna, progetto da realizzare tra il 2024 e il 2027 con una spesa di 404 milioni.
 

La rete di trasporto in Sardegna

Per quanto riguarda quest’ultima regione, la realizzazione dell’infrastruttura di trasporto è stata affidata a Enura, joint venture tra Snam e Società Gasdotti Italia (Sgi). Il recente Dpcm Sardegna emanato dal governo ha previsto la realizzazione solo di alcune tratte di collegamento tra i principali centri al Sud al Nord e nell’area di Oristano. La società però non ha abbandonato il progetto della grande dorsale, per la quale ha previsto circa 700 milioni di euro di investimenti. Opera che comunque sarà realizzata solo se coerente con la domanda. La sua costruzione però potrebbe essere centrale anche per lo sfruttamento dei gas alternativi. A tale proposito secondo Enura l’isola avrebbe un potenziale di produzione di biometano che potrebbe raggiungere i 200 milioni di mc/annui, mentre la produzione di idrogeno è stimata in circa 300 milioni mc/annui.
 

Il progetto della dorsale sarda

Il progetto è composto da una dorsale principale, appartenente alla rete nazionale, per una lunghezza di circa 380 km e con diametro DN650/DN400 e dai metanodotti della rete regionale per circa 190 km, con diametro DN400/DN150. Per 570 km di infrastruttura è già stata avviata la fase di permitting. La società sta portando avanti la prima fase, da 235 milioni di euro, che permetterebbe di servire la quota più importante di prelievi civili, industriali e legati alla produzione termoelettrica di energia.

Nello specifico, la soluzione prevede dal 2024 e fino al 2025 l’entrata in esercizio di alcune tratte. Per l’area Sud, la rete dal terminale di rigassificazione nel porto di Portovesme all’area metropolitana di Cagliari e industriale di Macchiareddu e Sarroch. Per il tratto Centro, dal terminale di rigassificazione nel porto di Oristano alla stessa città e fino al polo industriale di Terralba e Arborea. Per il tratto Nord, dal terminale di rigassificazione nel porto di Porto Torres all’area metropolitana di Sassari e Alghero.
 

La rete per l’idrogeno

Il piano Snam non trascura ovviamente l’idrogeno. Fonte green sul quale l’operatore sta investendo fortemente in diversi progetti. Tra questi una rete per collegare le produzioni nazionali di idrogeno, in prevalenza situate al Sud della Penisola e ulteriori volumi provenienti dal Nord Africa con le principali aree di consumo italiane. Ma non solo perché le reti dovrebbero svilupparsi fino ai punti di interconnessione con le reti estere, attraverso dorsali di trasporto e le loro derivazioni principali, in gran parte situate lungo corridoi esistenti.

La rete costituita dalle dorsali e dalle principali derivazioni si estende per complessivi 2.800 km da Mazara a Tarvisio e Passo Gries, con diametri compresi tra DN 750 e DN 1200 per l’infrastruttura principale e diametri fra DN 400 e DN 600 per il repurposing. La lunghezza complessiva dei gasdotti per i quali si prevede il repurposing, ovvero l’adattamento per renderla idonea al trasporto dell’idrogeno è di circa 1.800 km, a un costo medio di 0,6 milioni di euro/km. Mentre per quanto riguarda le nuove realizzazioni, la lunghezza complessiva prevista è di circa 1.000 km, per una spesa di 2 milioni di euro/km.

 

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