ARERA: calano le perdite idriche, ma resta il forte divario tra Nord e Sud

Miglioramenti sul fronte della riduzione delle perdite di rete, un impegno crescente nel ridurre le interruzioni idriche, il “service devide” che resta forte tra Nord e Sud della Penisola. Sono alcune delle principali indicazioni sul servizio idrico messe in evidenza dalla Relazione Annuale di ARERA, l’Autorità di Regolazione per l’Energia e l’Ambiente sullo stato dei servizi e sull’attività svolta nel 2020.
 

Diminuiscono le perdite di rete

La relazione sottolinea i progressi registrati nel contenimento delle perdite, che rappresenta uno dei principali indicatori della qualità tecnica. Nel 2019, anno dell’ultima ricognizione delle infrastrutture, il valore delle perdite percentuali sono state par al 41,2%. Tale dato viene calcolato rapportando le perdite totali al volume complessivo in ingresso nel sistema di acquedotto.

Un dato in netto miglioramento rispetto all’anno precedente, quando ammontavano a oltre il 43%. In diminuzione anche il dato sulle perdite lineari, ovvero il rapporto tra le perdite totale e la lunghezza della rete, mediamente pari a 22 mc per chilometro al giorno.
 

Il divario tra Nord e Sud

I valori delle perdite sono:

  • molto più contenuti al Nord
  • aumentano sensibilmente nelle aree del Centro, del Sud e nelle isole maggiori, dove gli sprechi restano enormi

In tali aree, infatti, il volume medio di acqua dispersa arriva a sfiorare la metà di quella immessa nelle reti. Una situazione emblematica delle differenze della qualità del servizio – il service devide – tra le aree del nostro Paese. I valori dei parametri tecnici, dice la relazione, in generale rappresentano situazioni di maggiore criticità in corrispondenza dell’area del Meridione, comprese Sicilia e Sardegna.
 

Lotta agli sprechi resta la priorità

Se la media delle dispersioni resta nel complesso comunque alta, la buona notizia è che forte è l’impegno dei gestori per porre rimedio alla situazione. A dirlo l’analisi del fabbisogno di investimenti per il periodo 2020-2023 a livello nazionale, che conferma la concentrazione delle risorse proprio nel contenimento del livello di perdite. Contenimento che pertanto rappresenta l’obiettivo prioritario nelle scelte di pianificazione degli Enti di Governo dell’ambito. Più nello specifico, le risorse destinate agli interventi per il miglioramento delle perdite costituiscono circa il 21% del fabbisogno totale del campione analizzato.
 

15,5 miliardi per il periodo 2020-2023

Seguono gli investimenti per il miglioramento della qualità dell’acqua depurata e per l’adeguamento del sistema fognario, che si attestano rispettivamente al 16,6% e al 15%. In questi casi gli interventi sono finalizzati principalmente a minimizzare gli allagamenti e gli sversamenti da fognatura. Al tempo stesso, cresce l’incidenza del peso degli interventi volti a ridurre le interruzioni idriche, che arriva al 14,5% del fabbisogno totale.

Sempre per il quadriennio 2020-2023, la spesa per gli investimenti prevista ammonta a 15,5 miliardi di euro, pari a circa 3,9 miliardi per anno e a 261 euro per abitante.
 

Migliora la capacità di realizzare gli investimenti

Da sottolineare che, dall’analisi dei dati, è emerso che i gestori hanno programmato per il periodo 2020-2021 investimenti del 13% superiori a quelli previsti nel biennio precedente. Altro aspetto positivo, il miglioramento della capacità delle utility di realizzare le spese programmate. Il tasso di realizzazione medio nazionale per il 2018 è risultato del 97,9% e per il 2019 del 97,8.

 

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