Via libera da ARERA al terzo rinnovo del metodo tariffario per i rifiuti urbani. L’Autorità ha, infatti, ratificato la disciplina del MTR-3 per il periodo dal 2026 al 2029, aggiornando le linee guida alle quali gli enti territoriali competenti e i gestori dovranno allinearsi per redigere i piani economico finanziari del servizio e determinare le tariffe. L’obiettivo è rendere la TARI un driver strategico per una gestione sempre più in linea con i target europei di circolarità, tra cui: la riduzione dei conferimenti in discarica al 10% entro il 2035 e l’incremento delle percentuali di riciclo al 65%.
I contenuti del provvedimento
Il MTR-3 conferma la struttura di base del precedente periodo regolatorio, incluso il meccanismo di determinazione delle tariffe di accesso agli impianti di trattamento, introducendo alcune novità a livello di semplificazione e di consolidamento degli incentivi allo sviluppo di attività di valorizzazione dei materiali recuperati e di energia. Il nuovo metodo tariffario può considerarsi in sintonia con le disposizioni del bando tipo per l’affidamento della gestione dei rifiuti urbani e con le altre misure di recente introduzione, a partire dalla disciplina sulla qualità del servizio. Tra gli aggiornamenti, un nuovo fattore di ‘sharing’, ovvero di ripartizione dei costi e dei benefici tra gestore e utenti, che permetterà di modulare le tariffe anche sulla base dei risultati in termini di livelli di raccolta differenziata e di efficacia delle attività di riutilizzo e riciclo. Nel rispetto del regime di responsabilità estesa del produttore, il piano economico finanziario della gestione dovrà tendere a garantire la copertura dei costi efficienti della raccolta differenziata, con l’obiettivo, per i rifiuti da imballaggio, di arrivare almeno all’80%.
Tariffe d’accesso agli impianti minimi
Rinnovato per il terzo periodo regolatorio il meccanismo degli ‘impianti minimi’, il sistema di regolazione delle tariffe di conferimento negli impianti di chiusura del ciclo introdotto nel 2021 con il MTR-2, poi bocciato nel 2023 dal Consiglio di Stato e riattivato da ARERA per il biennio 2024-2025 in una nuova formulazione subordinata al Programma Nazionale di Gestione dei Rifiuti (PNGR). Le Regioni potranno individuare tra gli impianti di trattamento dei rifiuti organici, di incenerimento e di discarica quelli ‘minimi’, ovvero indispensabili alla chiusura del ciclo, sottrarli al libero mercato e assoggettarli a un regime di tariffe regolate contro il rischio di speculazioni. La determinazione degli ‘impianti minimi’ dovrà basarsi sui criteri stabiliti dal PNGR, tra cui la presenza di un mercato con rigidità strutturali, caratterizzato da un forte e stabile eccesso di domanda e da un limitato numero di operatori. Condizione essenziale affinché gli strumenti regolatori di determinazione delle tariffe di accesso agli impianti minimi esplichino correttamente i loro effetti, a partire dalla pianificazione dei flussi. Le tariffe dovranno essere stabilite anche sulla base del livello di innovazione tecnologica e sostenibilità degli impianti.