In ottemperanza alla normativa europea, La Puglia ha i primi due Piani di gestione per riutilizzo delle acque. Sono quelli redatti da Acquedotto Pugliese per i depuratori di Corsano (LE) e Fasano-Forcatelle (BR), i cui impianti di affinamento forniscono acque per l’irrigazione a diverse aziende agricole. Questi saranno seguiti, entro giugno 2024, da quelli per altri quattro depuratori di AQP: Castellana Grotte (BA), Acquaviva delle Fonti (BA), Ostuni (BR) e Gallipoli (LE).
Il quadro regolatorio
I Piani di gestione per il riutilizzo in agricoltura delle acque depurate sono previsti dal Regolamento Europeo 741/2020, entrato in vigore lo scorso giugno, e sono stati inoltre recepiti e resi urgenti dal decreto Siccità. La nuova normativa, che si basa sull’approccio della valutazione e gestione del rischio, ha l’obiettivo di semplificare e promuovere la possibilità di riuso delle acque trattate.
L’impegno di AQP
Con 213 milioni di euro di investimenti dedicati, l’economia circolare è una delle priorità del Piano Strategico 2022-2026 del Gestore. Oltre al riuso delle acque, AQP da anni è impegnato nel miglioramento del ciclo dei fanghi. La quasi totalità di quelli prodotti dai 185 depuratori gestiti, infatti, viene trasformata in compost per ritornare quindi all’agricoltura. Inoltre, grazie alla cogenerazione elettrica da biogas, i fanghi di depurazione di AQP sono sempre più valorizzati come risorsa.
“Il varo dei due Piani – spiega Francesca Portincasa, direttrice generale di AQP – conferma che la Puglia è all’avanguardia nella depurazione. Il riuso è una soluzione fondamentale contro la siccità. Più acqua depurata buona diamo all’agricoltura, meno prelievo ci sarà dagli invasi per usi irrigui. Tutto questo andrà a vantaggio del potabile e ridurrà i rischi di crisi idriche”.
“L’approccio di AQP alla redazione dei Piani è stato innovativo. – aggiunge Pier Paolo Abis, direttore Laboratori e controllo igienico sanitario di AQP– Abbiamo incrociato la valutazione qualitativa sui rischi richiesta dalla normativa a una quantitativa basata sulla qualità delle acque negli ultimi tre anni. Questo metodo dà più efficacia al Piano poiché incrementa l’azione di previsione e prevenzione”.