14/07/2014
Servizi a Rete

Approccio e risultati ottenuti con la gestione efficiente dei sistemi idrici in Iren a Reggio Emilia

 Progressivamente si aggiungono anche il controllo attivo e un’estesa attività di modellazione idraulica: ma è con l’introduzione delle tecniche di IWA wlsg che si introduce un approccio complessivo e consapevole al problema
Un compendio di tutte le attività, da considerarsi “olistico”, che ricomprende anche la corretta valutazione delle dispersioni, l’utilizzo delle migliori tecniche di gestione delle pressioni e progetti per la riduzione delle perdite apparenti.

Controllo attivo
Dal 2010 la provincia di Reggio è completamente distrettualizzata con un sistema permanente ed automatico di monitoraggio dei principali parametri idraulici: portate e pressioni su 381 distretti. Grazie alla quotidiana analisi dei dati, si è in grado di orientare le attività di ricerca delle perdite e di misurarne i risultati in termini di volumi recuperati. Sulla base del metodo di calcolo denominato B.A.B.E. (Burst and Background Estimate) è possibile valutare le dispersioni correnti in relazione ai minimi deflussi notturni. Negli ultimi anni la ricerca perdite ha raggiunto circa 1700 km anno, pari al 34% della rete servita.

Gestione delle pressioni
L’ottimizzazione della regolazione delle pressioni è attualmente considerata in assoluto la migliore tecnica per la riduzione sia delle dispersioni che delle rotture. Vengono attuate delle campagne di monitoraggio per l’individuazione e la soppressione di eventuali colpi d’ariete, evento non prevedibile ed estremamente dannoso. In sistemi pompati vengono valutate soluzioni di regolazione mediante asservimento ad inverter delle stazioni di pompaggio. In sistemi a gravità vengono tipicamente installate valvole autoazionate di riduzione della pressione. La copertura della gestione pressioni è pari al 39.2% della rete di distribuzione ed è in continua evoluzione.

Gestione degli asset
Un enorme problema: la frattura fragile del polietilene.
A partire dalla fine degli anni ‘90 il numero di rotture su questa tipologia di condotte cresce a dismisura. Il fenomeno riguarda soprattutto gli allacciamenti, condotte costituite da piccoli diametri. Grazie alle analisi chimiche su campioni di materiale eseguite dai nostri laboratori e ai successivi progetti di ricerca emergono due problemi:
-presenza di tubi di cattiva qualità: materie prime non vergini, nerofumo in tramoggia, assenza di antiossidanti.
– aggressività del disinfettante: biossido di cloro.
Questo fenomeno è particolarmente subdolo perché la rottura (split longitudinale) può raggiungere portate importanti e tipicamente si manifesta a circa 10 anni dalla posa: troppo tardi per potersi rivalere su imprese e fornitori. Alla fine degli anni 2000 l’80% delle rotture riguardava prese in polietilene.

Una frattura fragile su polietilene
La soluzione:
Ben presto ci si accorge che la semplice riparazione del guasto è inefficace. Il materiale diventa fragile e letteralmente si sbriciola. Vengono sviluppate internamente alcune tecniche NO-DIG. Il tubo non viene più riparato ma sostituito inserendo una nuova condotta al suo posto. Viene introdotto un materiale multistrato, più robusto e duraturo. Ogni partita di condotte in polietilene in arrivo è controllata dal nostro laboratorio.

Perdite apparenti
Negli anni passati Enia RE ha condotto una serie di studi al fine di determinare la sottocontazione del proprio parco contatori d’utenza. Ogni esperienza ha sempre portato alla conclusione che il nostro parco contatori, piuttosto datato e soggetto a progressiva sottocontazione. Nel 2008/2009 viene attivata una prima campagna di sostituzione, a partire dai contatori più vetusti alla quale sono seguite le campagne 2010 e 2011 e successive. I risultati, ottenuti dal confronto dei consumi medi rilevati negli anni precedenti e successivi la sostituzione, ci restituiscono tempi di ritorno dell’investimento di pochi anni.

Risultati ottenuti
La sistematica e progressiva applicazione delle tecniche descritte ha permesso il raggiungimento di risultati soddisfacenti e duraturi nel tempo.
Nei grafici sottostanti sono riportati i dati riguardanti l’acquedotto della città di Reggio Emilia. La prima ad aver applicato tutte le tecniche descritte.

Conclusioni
L’efficientamento della rete acquedottistica di Reggio Emilia è perseguito mediante un approccio “olistico”, che comprende l’insieme delle migliori tecniche applicabili su campo. I risultati ottenuti in termini di minori dispersioni, consumi elettrici, rotture e recupero del fatturato, rendono l’insieme delle attività apprezzabile dal punto di vista ambientale e sostenibile dal punto di vista economico.

Di F. Ferretti e F. Calza

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