Il piano industriale di AVA, che prevede potenziamento del termovalorizzatore di Ca’ Capretta, è stato approvato dall’asseblea dei Comuni soci, contraria Schio su tutta la linea, assente solo Cogollo del Cengio. Il CdA dell’utility, che ora ha concluso il mandato, ha espresso soddisfazione per l’avvio di un progetto che porterà benefici economici e ambientali. «C’è diversità di vedute con Schio – ha affermato il presidente uscente Giovanni Cattelan – con cui dovrà partire un nuovo confronto».
Le questioni sul tavolo
Sono tre le votazioni che si sono svolte durante la riunione. La prima, che riguardava la sola dismissione della linea due, senza ampliamenti o ristrutturazioni, ha incassato il parere favorevole del solo Comune di Schio.
«Sarebbe stata una scelta non corretta – spiega Cattelan – perché avrebbe reso necessaria la riapertura di una discarica. Come amministratori non possiamo accettarlo, a meno che non ci sia un problema ambientale serio. In questo caso non c’è. Anzi. Con il teleriscaldamento e la produzione di energia elettrica, l’impianto fa un servizio al territorio. La legge parla di ambito territoriale per la gestione dei rifiuti. La Regione brucia i propri rifiuti e non ne importa. La carta viene riciclata a Verona, il multilaterale e il vetro a Venezia. C’è una discarica in esaurimento a Grumolo. Alla luce di questi dati, sarà necessario un impianto di termovalorizzazione ancora per alcuni decenni».
Poi è stata decisa la realizzazione di una nuova linea con voto favorevole da parte di tutti i sindaci, tranne quello di Schio; si dono astenuti Marano e Torrebelvicino. Approvata anche l’aggregazione con Soraris, contrari Torrebelvicino e ancora Schio. La città guidata da Cristina Marigo subisce quindi le scelte degli altri Comuni per l’impianto che ricade sul suo territorio.
Valutazioni economiche e ambientali
AVA si è avvalsa della consulenza del Politecnico di Milano per mettere a confronto tutti i possibili scenari di intervento e la soluzione ottimale è risultata essere quella di realizzare una linea nuova. L’investimento necessario per l’operazione sarà di 80 milioni di euro, mentre i costi di ammodernamento della linea 2 e 3 sarebbero stati pari a una trentina di milioni, ma tutti gli investimenti nella storia di AVA sono sempre stati pagati dalla società con gli introiti della gestione dei rifiuti termovalorizzati senza mai chiedere contributi a Comuni e senza aumentare le tariffe che restano tra le più basse in regione. Una scelta, quindi, che non peserà sulle tasche dei cittadini, con nuove tecnologie che permetteranno di aumentare le quantità di rifiuti senza far crescere le emissioni.
«È meno inquinante termovalorizzare che sotterrare – prosegue Cattelan – ed è falso dire che non si può catturare la CO2».