A due anni dall’apertura del cantiere, è stato inaugurato il nuovo Polo impiantistico di Casa Sartori di Alia Multiutility. Questo sorge a Montespertoli, nella città metropolitana di Firenze, e rappresenta un passo importante verso la gestione sostenibile dei rifiuti e la produzione di energia green. Un progetto di economia circolare che parte dal trattamento dei rifiuti organici per produrre biogas e quindi trasformarlo in biometano, una fonte totalmente rinnovabile, flessibile ed efficiente. Tutto ciò, grazie ad un investimento di 75 milioni di euro, che ha permesso di realizzare uno dei primi cinque siti nella Penisola per volumi nel trattamento integrato anaerobico-aerobico dei rifiuti organici e il principale nel suo genere nel Centro Italia.
Le opere
Nei 24 mesi di cantieri sono stati costruiti quattro digestori anaerobici e si è proceduto anche al revamping e al potenziamento della sezione compostaggio, già attiva nel sito. Lavori che non hanno bloccato l’attività del sito, dove, nel frattempo, sono stati conferiti e trattati oltre l’80% dei rifiuti organici, limitandone in tal modo l’invio fuori regione. Altri importanti interventi hanno riguardato la riqualificazione complessiva dell’intera area, grazie a un progetto architettonico ad alta sostenibilità che si sposa in pieno con il suggestivo paesaggio del Chianti fiorentino.
Tra i maggiori in Italia
A pieno regime l’impianto potrà trattare ogni anno fino a 160.000 tonnellate di rifiuti da raccolte differenziate, ovvero circa 145.000 di rifiuti organici e 15.000 di verde. Questa materia prima permetterà di generare circa 12 milioni di metri cubi di biometano, da impiegare come biocombustibile, e 35.000 tonnellate di compost di qualità elevata da utilizzare in agricoltura in sostituzione ai fertilizzanti chimici. Grazie alla sua notevole capacità di trattamento, l’impianto renderà il territorio della Toscana centrale autosufficiente nella gestione dei rifiuti organici.
Il ciclo dai rifiuti al biometano
All’interno del sito, i rifiuti organici provenienti dalla raccolta differenziata, subiscono un processo di pretrattamento per renderli idonei al processo di digestione. Questo avviene nei biodigestori, reattori riscaldati in modo da creare le condizioni ottimali per la crescita e l’attività di microrganismi anaerobici. Questi, in assenza di ossigeno, degradano la matrice organica pretrattata producendo biogas composto da anidride carbonica e metano. Il biogas viene quindi inviato alla sezione di upgrading dove, mediante una reazione con utilizzo di bicarbonato di potassio, si estrae l’anidride carbonica così da ottenere biometano con le stesse caratteristiche del gas da fonte fossile. Il biometano, divenuto così combustibile, viene inviato ai punti di distribuzione stradale. A questo scopo Snam sta ultimando la connessione tra il sito e la dorsale toscana, che permetterà ad Alia Multiutility di immettere il suo biometano nella rete del gas.
La produzione di compost
La parte solida estratta dai reattori, ovvero il digestato, viene invece inviata alla sezione di compostaggio dove subisce un ulteriore trattamento, dopo la miscelazione con altre matrici organiche, come i rifiuti verdi da sfalci e potature. Da questo secondo processo si ottiene una miscela idonea al compostaggio in biocelle.
Architettura sostenibile
Il potenziamento del Polo di Casa Sartori ha comportato una complessiva e radicale riqualificazione dell’intera area, in un’ottica tutta green, grazie al progetto firmato dall’architetto Pietro Giorgieri, docente di Urbanistica al dipartimento di Architettura dell’Università di Firenze. Due i nuclei principali del progetto, studiato per armonizzarsi con il paesaggio. Il primo è l’edificio di forma ellittica che ospita i servizi direzionali del polo impiantistico. Sviluppato su tre livelli, con le pareti esterne interamente rivestite da doghe di legno di diversa grandezza e vari colori, che riprendono quelli della natura circostante, ospiterà due giardini, uno interno e uno che sull’intera superficie del tetto. Il secondo è l’edificio che ospita i digestori anaerobici, ora avvolto da un involucro in metallo dorato, che lo valorizza come il vero cuore produttivo dell’intero complesso. Molto attenta la cura del verde, con 360 alberi piantati all’interno del perimetro del Polo, dove sono presenti anche 350 arbusti di vario genere e 1500 piante officinali.
Un sito strategico per l’autosuffucienza della Toscana
«Si avvia l’esercizio di un impianto che, all’interno della visione del nostro piano industriale, riveste un valore strategico per l’autosufficienza della Toscana e per la chiusura del ciclo dei rifiuti – ha commentato Alberto Irace, amministratore delegato di Alia Multiutility -. Il Polo di Montespertoli rappresenta una risposta concreta alla storica carenza di impianti per gestire la frazione organica dei rifiuti urbani, che in Toscana rappresenta oltre il 40% della raccolta differenziata. Senza considerare che il biometano è una preziosa risorsa energetica rinnovabile, che svolge un ruolo chiave nella decarbonizzazione dei settori energetici e dei trasporti, riducendo in modo netto le emissioni di anidride carbonica».