Alghe nel processo di depurazione per renderlo più efficiente, economico e sostenibile


Come si produce biocarburante dai fanghi di depurazione? Come può una coltivazione di alghe contribuire a migliorare l’ambiente? A queste e molte altre domande hanno risposto i tecnici di Gruppo CAP che, da venerdì 12 a domenica 14 maggio, in occasione degli Open Day 2017, hanno accompagnato bambini e ragazzi, studenti, amministratori, cittadini a visitare al depuratore di Bresso/Niguarda, spiegando quali sperimentazioni sono in campo per migliorare il ciclo idrico e avere acque ancora più limpide recuperando energia e nutrienti dai prodotti di scarto.

Da qualche tempo Gruppo CAP, insieme all’Università di Milano-Bicocca, al Politecnico di Milano e a Fondazione Cariplo, sta per esempio sperimentando l’inserimento di microalghe nel processo di depurazione, per migliorare le performance dell’impianto dal punto di vista ambientale ed energetico all’insegna dell’economia circolare. Da pochi giorni è stato avviato l’impianto pilota di coltivazione di microalghe, che resterà in funzione nei prossimi due anni per testare il sistema grazie a un finanziamento da 300mila euro da parte di Fondazione Cariplo.

Le microalghe infatti possono migliorare la qualità dei reflui, riducendo il contenuto di microinquinanti in modo assolutamente naturale. Inoltre sono in grado di crescere utilizzando i nutrienti presenti nelle acque di scarto (principalmente azoto e fosforo), riducendone la concentrazione, e necessitano di CO2 che può essere recuperata dai gas di scarico prodotti dal normale funzionamento delle turbine dell’impianto stesso. Infine, le alghe possono essere avviate a digestione anaerobica, aumentando così la produzione di biogas, che a sua volta nell’impianto di Bresso viene convertito in biometano, migliorando così il bilancio energetico dell’impianto di depurazione.

Siamo solo all’inizio, ma ci sono tutte le premesse perché questa sperimentazione consenta, intervenendo in modo molto poco invasivo nel processo di depurazione, di renderlo più efficiente, più economico e più sostenibile.

“La nostra ricerca, grazie alla preziosa collaborazione dell’Università di Milano-Bicocca e del Politecnico di Milano, va nella direzione di trasformare la depurazione delle acque reflue da processo energivoro e potenzialmente inquinante in attività di recupero di sostanze preziose e di produzione di energia sostenibile” sottolinea Alessandro Russo, presidente di Gruppo CAP. Le alghe sfruttano infatti processi che sono già parte delle attività quotidianamente svolte nell’impianto, e anzi si nutrono di prodotti che sono normalmente considerati “scarti”, che possono invece essere recuperati per dar vita, in un’ottica di economia circolare e tutela dell’ambiente, alla produzione di biometano. “I tanti cittadini, grandi e piccoli, che sono venuti a trovarci negli Open Day hanno potuto scoprire in prima persona il funzionamento di un impianto all’avanguardia dal punto di vista tecnologico, a testimonianza ulteriore della spinta all’innovazione e alla sostenibilità ambientale che accompagna quotidianamente tutte le nostre attività”, conclude Russo.

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