Sale l’allarme in riva al Garda, dopo che l’ingegner Graziano Falappa, specializzato in condotte subacquee, ha inviato la sua relazione sul collettore fognario sottomarino che attraversa le acque del lago ad Azienda Gardesana Servizi (AGS). «Il pericolo di rottura della condotta e il conseguente rilascio del prodotto e dispersione incontrollata dei reflui nel lago di Garda è molto elevato», spiega a chiare lettere l’ingegnere che, su incarico dell’azienda, ha effettuato le verifiche sulla condotta sublacuale del collettore fognario compresa tra località Pergolana a Lazise e località Pioppi a Peschiera, emersa in superficie lo scorso marzo per un tratto di circa 100 metri, a poca distanza dalla costa di Lazise. Relazione immediatamente inviata alle amministrazioni di Comuni interessati al sistema lago, oltre che a Regione Veneto e Regione Lombardia.
L’affioramento, avevano spiegato i tecnici di AGS, era stato causato dal ristagno di reflui, che aveva prodotto un’eccessiva presenza di gas nella tubazione, ma anche dal fatto che quest’ultima è in vetroresina, leggera, e senza ancoraggi al fondale. In pochi giorni la condotta era stata sfiatata e riportata sul fondo, con la conferma di AGS che non si erano verificate rotture, né fuoriuscite di residui fognari.
Tuttavia il rischio che il problema possa ripresentarsi ora è più pressante, tanto che la stessa AGS ha scritto una lettera a Regione Veneto e ai 20 Comuni da cui AGS è partecipata, per chiedere che il progetto del nuovo sistema di collettamento e depurazione del lago di Garda venga inserito tra gli interventi prioritari. L’azienda chiede anche un contributo straordinario immediato, pari a circa 7,8 milioni di euro, per procedere alla progettazione esecutiva e alla realizzazione del primo stralcio del nuovo collettore, che permetterebbe di eliminare la sublacuale Pergolana-Pioppi: ovvero la realizzazione del tubo in sottopressione a lato della strada Gardesana che da località Pergolana arriverebbe al depuratore di Peschiera. La condotta bis esistente, che scorre a terra parallela alla sublacuale, non basta infatti a supportare il carico di reflui soprattutto nel periodo estivo. Un intervento che AGS ha definito urgentissimo, come segnalato nella relazione, dove si spiega che sono alte le probabilità che il fenomeno verificatosi a marzo possa coinvolgere altri tratti della condotta. Il costo preventivato per il rifacimento dell’intera opera è di 220 milioni di euro.